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Parte prima Declino economico ed equilibrio istituzionale (1280-1418)
za nominarle esplicitamente, forse perché allora esse erano di fatto con-
trollate dal comune
37
.
Con questo, negli ultimi decenni del Duecento, dovettero certo di-
videre il loro potere – non sappiamo in quale misura – tanto Carlo d’An-
giò quanto Guglielmo VII di Monferrato, il quale nel 1280 fu appunto
costretto a cedere ai Savoia «la città di Torino, la casa forte ivi costrui-
ta “ex novo”, tutte le fortificazioni urbane e anche i castelli del ponte,
la bastita, il castello di Collegno e il villaggio di Grugliasco»
38
. Non co-
nosciamo gli accordi stabiliti fra il comune e Tommaso III di Savoia,
che subentrò nella signoria al marchese di Monferrato, ma certo nel 1291
i rappresentanti di Amedeo V, suo immediato successore, occupavano
in Torino il castello e avevano l’ordine di non consegnarlo se non a lui
o a un suo discendente
39
; questi fu il futuro principe d’Acaia Filippo,
che nel 1295 si vide passare in consegna dallo zio: «Primo, il palazzo
della città di Torino, la città stessa, la Porta Segusina con le torri di det-
ta porta, il ponte e la bastita di Torino»
40
.
Anche in tale caso non sono documentati i patti intercorsi fra il co-
mune e il nuovo signore, e la situazione riscontrabile in seguito appare
difatti equivoca: non è chiaro se oneri e onori sulle antiche fortificazio-
ni urbane siano stati equamente suddivisi lasciando, per esempio, ma-
nutenzione e protezione della cerchia murata al comune e le porte for-
tificate al principe. Il 18 giugno 1295 un suo incaricato venne nondi-
meno a Torino «pro castro dicti loci recipiendo»
41
, e tre anni dopo
vediamo presìdi sabaudi installati nel «castrum porte Fibellonis», nel
«castrum porte Segusine» nonché su «pontem et bastitam Taurini»
42
:
quando si parlava del «castello di Torino», simbolo del potere signorile
37
Rispettivamente:
ibid.
, pp. 795-96 (testo corrispondente alla nota 31); cfr.
f. cognasso
(a
cura di),
Cartario dell’abazia di San Solutore di Torino (1006-1303)
, Pinerolo 1908 (BSSS, 44), p.
184, doc. 181 (novembre 1248); p. 190, doc. 186 (novembre 1248); p. 196, doc. 191 (novembre
1248); p. 218, doc. 214 (22 maggio 1252); p. 225, doc. 224 (22 maggio 1252); p. 233, doc. 236
(30 gennaio 1253).
38
HPM
,
Chartarum
, I, doc. 1011 (2 giugno 1280), col. 1521: «Promittimus […] reddere civi-
tatem Taurinensem, domum de forcia quam ibi de novo edificavimus et omnes fortalicias civitatis
eiusdem, castra eciam pontis Taurini, bastite et Collelii ac villam Grulliasci».
39
a. telluccini
,
Il palazzo Madama di Torino
, Torino [1928], p. 21.
40
p. datta
,
Storia dei principi di Savoia del ramo d’Acaia signori del Piemonte dal 1294 al 1418
,
II, Torino 1832, p. 27, doc. 12 (24 febbraio 1295): «Primo palatium civitatis Taurini, et dictam
civitatem et portam Segusinam cum turribus dicte porte, et pontem et bastitam Taurini».
41
f. gabotto
,
Asti e la politica sabauda in Italia al tempo di Guglielmo Ventura secondo nuovi
documenti
, Pinerolo 1903 (BSSS, 18), pp. 599-600.
42
u. gherner
,
La frequentazione del «Castrum Porte Phibellone» (fine
xiii-xv
secolo)
, in
s. pet-
tenati
e
r. bordone
(a cura di),
Torino nel basso medioevo: castello, uomini, oggetti
, Torino 1982,
p. 41, nota 57.