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24

Parte prima Declino economico ed equilibrio istituzionale (1280-1418)

za nominarle esplicitamente, forse perché allora esse erano di fatto con-

trollate dal comune

37

.

Con questo, negli ultimi decenni del Duecento, dovettero certo di-

videre il loro potere – non sappiamo in quale misura – tanto Carlo d’An-

giò quanto Guglielmo VII di Monferrato, il quale nel 1280 fu appunto

costretto a cedere ai Savoia «la città di Torino, la casa forte ivi costrui-

ta “ex novo”, tutte le fortificazioni urbane e anche i castelli del ponte,

la bastita, il castello di Collegno e il villaggio di Grugliasco»

38

. Non co-

nosciamo gli accordi stabiliti fra il comune e Tommaso III di Savoia,

che subentrò nella signoria al marchese di Monferrato, ma certo nel 1291

i rappresentanti di Amedeo V, suo immediato successore, occupavano

in Torino il castello e avevano l’ordine di non consegnarlo se non a lui

o a un suo discendente

39

; questi fu il futuro principe d’Acaia Filippo,

che nel 1295 si vide passare in consegna dallo zio: «Primo, il palazzo

della città di Torino, la città stessa, la Porta Segusina con le torri di det-

ta porta, il ponte e la bastita di Torino»

40

.

Anche in tale caso non sono documentati i patti intercorsi fra il co-

mune e il nuovo signore, e la situazione riscontrabile in seguito appare

difatti equivoca: non è chiaro se oneri e onori sulle antiche fortificazio-

ni urbane siano stati equamente suddivisi lasciando, per esempio, ma-

nutenzione e protezione della cerchia murata al comune e le porte for-

tificate al principe. Il 18 giugno 1295 un suo incaricato venne nondi-

meno a Torino «pro castro dicti loci recipiendo»

41

, e tre anni dopo

vediamo presìdi sabaudi installati nel «castrum porte Fibellonis», nel

«castrum porte Segusine» nonché su «pontem et bastitam Taurini»

42

:

quando si parlava del «castello di Torino», simbolo del potere signorile

37

Rispettivamente:

ibid.

, pp. 795-96 (testo corrispondente alla nota 31); cfr.

f. cognasso

(a

cura di),

Cartario dell’abazia di San Solutore di Torino (1006-1303)

, Pinerolo 1908 (BSSS, 44), p.

184, doc. 181 (novembre 1248); p. 190, doc. 186 (novembre 1248); p. 196, doc. 191 (novembre

1248); p. 218, doc. 214 (22 maggio 1252); p. 225, doc. 224 (22 maggio 1252); p. 233, doc. 236

(30 gennaio 1253).

38

HPM

,

Chartarum

, I, doc. 1011 (2 giugno 1280), col. 1521: «Promittimus […] reddere civi-

tatem Taurinensem, domum de forcia quam ibi de novo edificavimus et omnes fortalicias civitatis

eiusdem, castra eciam pontis Taurini, bastite et Collelii ac villam Grulliasci».

39

a. telluccini

,

Il palazzo Madama di Torino

, Torino [1928], p. 21.

40

p. datta

,

Storia dei principi di Savoia del ramo d’Acaia signori del Piemonte dal 1294 al 1418

,

II, Torino 1832, p. 27, doc. 12 (24 febbraio 1295): «Primo palatium civitatis Taurini, et dictam

civitatem et portam Segusinam cum turribus dicte porte, et pontem et bastitam Taurini».

41

f. gabotto

,

Asti e la politica sabauda in Italia al tempo di Guglielmo Ventura secondo nuovi

documenti

, Pinerolo 1903 (BSSS, 18), pp. 599-600.

42

u. gherner

,

La frequentazione del «Castrum Porte Phibellone» (fine

xiii-xv

secolo)

, in

s. pet-

tenati

e

r. bordone

(a cura di),

Torino nel basso medioevo: castello, uomini, oggetti

, Torino 1982,

p. 41, nota 57.