Table of Contents Table of Contents
Previous Page  437 / 852 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 437 / 852 Next Page
Page Background

428

Parte seconda La preminenza sulle comunità del Piemonte (1418-1536)

vessero essere piuttosto numerosi in città

11

. Infine non viene in nessun

modo censita la comunità ebraica, che pure doveva essere relativamen-

te cospicua: a più riprese nel corso del Quattrocento il consiglio comu-

nale è chiamato ad occuparsene, giungendo a ipotizzare la creazione di

un ghetto

12

. Più delicato, ma al tempo stesso meno rilevante, il proble-

ma dell’eventuale esenzione temporanea a favore dei nuovi immigrati.

Si sa per certo che essa era prevista in determinati casi, ma si ignora se

essa si applicasse al momento della redazione dell’estimo oppure, come

appare più probabile, considerata la validità pluriennale dell’estimo stes-

so, al momento della riscossione dell’imposta

13

. Si sono rilevati casi in

cui il neo immigrato compare a catasto nell’anno stesso in cui è accolto

come cittadino torinese

14

. In ogni caso, anche ammettendo in determi-

nate circostanze una mancata iscrizione di alcuni immigrati particolar-

mente favoriti, il numero delle concessioni di cittadinanza è abbastan-

za ridotto perché l’eventuale presenza di questo fenomeno alteri in ma-

niera significativa il quadro demografico complessivo

15

.

Certamente rilevante è invece il numero di coloro che non risultano

a catasto non disponendo di beni immobili, gli unici censiti nel

xv

se-

colo ai fini fiscali. L’imposta patrimoniale, per quanto implacabile nel-

la ricerca di ogni bene tassabile, come testimonia il caso di Caterina de

Lazaro, che nel 1488 viene iscritta a catasto, pur essendo definita «pau-

perima vidua»

16

, risparmia la frangia della marginalità economica, tutt’al

più soggetta ad una imposta personale. L’unico elemento che consenta

una valutazione della consistenza di tale frangia è costituito da un pre-

ziosissimo elenco del 1393 nel quale, insieme ai possessori, vengono ci-

tati anche i cosiddetti

extravagantes

, ossia coloro che abitavano regolar-

mente in città con la propria famiglia, pur senza possedere alcun bene e

11

l. cibrario

,

Della economia politica del Medioevo

, Torino 1839, pp. 417-18.

12

ASCT,

Ordinati

, 76, f. 174

v

(4 gennaio 1457). Lo stesso problema era stato posto già nel se-

colo precedente: ASCT,

Ordinati

, 10, f. 84

r

(17 giugno 1347). In altre due occasioni a metà del

Quattrocento il consiglio comunale si occupa degli Ebrei torinesi, ammonendo i macellai a non

vendere ai cristiani carne macellata per gli Ebrei e studiando la possibilità di alloggiare nelle loro

case gli studenti: ASCT,

Ordinati

, 72, ff. 136

v

(25 gennaio 1451) e 210

v

(21 luglio 1452). Sugli

Ebrei degli stati sabaudi nel medioevo cfr.

r. berengo segre

,

Testimonianze documentarie sugli

Ebrei negli Stati sabaudi (1297-1398)

, IV, Tel Aviv 1976, pp. 273-413.

13

In particolare erano espressamente previste esenzioni fiscali per gli artigiani con i quali il

comune stipulava accordi volti a favorire il loro trasferimento in città e l’impianto di nuove atti-

vità produttive: si vedano gli esempi citati in

s. a. benedetto

,

Macchine idrauliche e attività arti-

gianali a Torino nel

xv

secolo

, in

g. bracco

(a cura di),

Acque, ruote e mulini a Torino

, I, Torino

1988, pp. 177-94.

14

Ad esempio ASCT,

Ordinati

, 71, ff. 50

r

-

v

(8 novembre 1446) e Nuova 1445, f. 26

r

.

15

Cfr. oltre, il paragrafo dedicato all’immigrazione.

16

ASCT, Pust. 1488, f. 138

v

.