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Parte seconda La preminenza sulle comunità del Piemonte (1418-1536)

sa messa in atto nei decenni precedenti dalla repubblica di Genova e da

Filippo Maria Visconti

177

.

Le testimonianze posteriori, isolate e frammentarie, non consento-

no di seguire da vicino gli sviluppi della manifattura serica; provano co-

munque che la convenzione citata non fosse rimasta sulla carta sia il pa-

gamento avvenuto nel 1454 a favore di Leone de Alba,

setaglolio

, dei 60

fiorini annui pattuiti dal comune con la società di cui egli faceva parte,

sia le ripetute attestazioni della presenza in Torino degli altri due soci,

di loro eredi o rappresentanti. Martino Grassi per esempio, non più espli-

citamente menzionato dalle fonti perché premorto al padre Ambrogio

lasciando un figlio, Pietro, minorenne, fu certamente sostituito negli af-

fari da due procuratori, il fratello Giorgio e il cugino Giovanni Grassi,

«habitator civitatis Taurini», a cui Ambrogio affidò, il 20 luglio 1457,

il compito di incassare vari crediti che evidentemente Martino prima di

morire non era riuscito a esigere. Fra i suoi debitori subalpini vale la pe-

na di menzionare i canonici della chiesa di San Giovanni Battista di To-

rino, il futuro Guglielmo VII di Monferrato, Luigi Pelletta di Asti, il

dominus

Luigi di Valperga e, primo fra tutti, proprio mastro Leone de

Alba. Giovanni, che nel frattempo si era spostato a Pinerolo, nel gen-

naio 1460 trattò affari con una società che vi era rappresentata da Lui-

gi Grassi, altro cugino che nel 1454 risulta

habitator

di Torino; dovette

poi tornare nel capoluogo subalpino dove una supplica a Francesco Sfor-

za ne attesta la presenza nell’ottobre 1463

178

. Giorgio comunque com-

prò casa a Torino, quartiere di Porta Doranea, parrocchia di San Pietro

«curte ducis», secondo quanto appare dagli estimi del 1464 e del 1470,

che lo identificano esplicitamente come nobile milanese

179

.

177

La politica viscontea nel settore serico è stata attentamente riesaminata da

grillo

,

Le ori-

gini

cit., pp. 896 sgg. e da

p. mainoni

,

La seta a Milano nel

xv

secolo: aspetti economici e istituzio-

nali

, in «Studi Storici»,

xxxv

(1994), pp. 871-96. Per un buon inquadramento generale mi limito

a citare

b. dini

,

L’industria serica in Italia. Secc.

xiii

-

xv

, in

La seta in Europa. Secc.

xiii

-

xx

, a cura di

S. Cavaciocchi (Atti della XXIV settimana di studi organizzata dall’Istituto F. Datini di Prato),

Firenze 1993, pp. 91-124.

178

Leone de Alba:

comba,

Dal velluto

cit., pp. 24-26;

roccia

,

Un documento sull’introduzio-

ne dell’arte serica

cit., p. 730. Martino e Giovanni Grassi:

barbieri

,

Origini del capitalismo lom-

bardo

cit., pp. 322-25 sgg.; ASM, Fondo notarile, cart. 1415, Giacomo Brenna, 20 luglio 1457;

ASM, Fondo notarile, cart. 812, Simone Bulgaroni, fu Michele, 12 aprile 1454; cart. 2189, Giov.

Antonio Daiberti, 2 giugno 1458; cart. 1216, Lancillotto Sudati, 26 gennaio 1460; cfr. ASM, Sfor-

zesco, cart. 480, n. 24 (17 ottobre 1463). Devo alla cortesia di Paolo Grillo, che ringrazio, la se-

gnalazione di gran parte dei documenti citati in questa nota e nella seguente dal fondo notarile.

179

ASCT, Dor. 1464, f. 47

r

e Dor. 1470, f. 43

v

(consegnamento di Cristoforo Grassi «legum

studens in Taurino»). Gli estimi di Torino di metà

xv

secolo menzionano numerosi «de Grassis», fra

cui anche un Giovanni Grassi «iuris utriusque doctor famosissimus» (ASCT, Dor. 1445, f. 103

v

),

ma si ritiene quasi certamente che si tratti di personaggi appartenenti a una famiglia omonima pre-

sente in Torino da almeno un secolo (cfr.

barbero

,

Un’oligarchia urbana

cit., pp. 245-46, 305).