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Parte seconda La preminenza sulle comunità del Piemonte (1418-1536)
che come
mercator
per la sua multiforme intraprendenza economica, una
cui istanza, tendente a ottenere dalla città ben 200 giornate di terreno
da organizzare in forma poderale per piantarvi dei gelsi, aveva ottenu-
to il sostegno del duca Carlo II di Savoia. La richiesta dovette tuttavia
essere considerata troppo onerosa dal consiglio comunale di Torino, e
probabilmente non ebbe seguito: nel 1533 egli fu registrato esclusiva-
mente come proprietario di una cascina di 60 giornate acquistata pochi
anni prima dagli eredi di Giovanni Sagli
181
.
Come negli stessi decenni stava avvenendo in molte città dell’Italia
settentrionale, i tentativi di sviluppare la gelsicoltura nelle campagne
torinesi miravano evidentemente a risparmiare sull’acquisto di seta grez-
za producendola
in loco
, in modo da realizzarvi cicli completi di lavo-
razione. Ad animare il mercato locale delle seterie, oltre a fattori di ca-
rattere generale, come l’incremento della domanda di beni di lusso pro-
pria del periodo rinascimentale, era sicuramente il fatto che Torino,
diventata «capo di tutte le città de Piemonti»
182
e popolata da numero-
se famiglie eminenti dallo stile di vita elevato e dispendioso, era ormai
almeno dal tardo Quattrocento un centro di consumo ideale di tessuti
di qualità, caratterizzata com’era da una folta presenza di abitanti che
un cronista contemporaneo, Giacomo Foresti da Bergamo, giudicava
molli e delicati, anche se frugali nel vitto
183
.
È questo il quadro in cui vanno inserite le numerose attestazioni re-
lative allo sviluppo delle lavorazioni seriche in città nel ventennio che
precedette l’occupazione francese. Nell’ottobre 1518 richiese il soste-
gno del comune l’«opperarius et magister» milanese Ambrogio de Ca-
priate, specializzato nella produzione di panni di seta che, nell’ottobre
dell’anno seguente, riuscì a stipulare una convenzione con il comune:
ottenne sia esenzioni fiscali per sei anni, sia un contributo annuo di 100
fiorini di Savoia se avesse operato con due telai, di 150 fiorini se con
quattro, di 200 se i telai fossero stati sei. Qualche anno dopo, in data
imprecisata, era Battista de Insula, ad avanzare richiesta di aiuto fi-
nanziario per poter tessere panni serici color porpora; non si sa tuttavia
se l’istanza sia stata accettata. Una nuova convenzione della durata di
181
comba,
Dal velluto
cit., pp. 31-37. Baldassarre della Catena:
a. barbero
,
La violenza or-
ganizzata. L’Abbazia degli Stolti a Torino fra Quattro e Cinquecento
, in «BSBS»,
lxxxviii
(1990),
pp. 394-95; suo patrimonio: ASCT, 1523, f. 120
r
(sotto la data 1533).
182
iacobus philippus bergomensis
,
Supplementum chronicarum
, Bernardino Rizzo, Venetiis
1490, f. 73, citata nelle libera versione italiana apparsa sempre a Venezia presso Bernardino Riz-
zo nel 1491.
183
Ibid
., con il commento di
comba
,
Lo spazio vissuto
cit., pp. 38-39. Consumo di tessuti di
pregio:
benedetto
,
Macchine idrauliche
cit., p. 186.