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Parte seconda La preminenza sulle comunità del Piemonte (1418-1536)

nerale della zecca di Bourg-en-Bresse, Henry Pugnet, ancora descrive-

va gli imprenditori che in città facevano fabbricare «velours et autres

ouvraiges de soye» come degli «estrangiers», dei forestieri che abitava-

no sì a Torino, ma che erano anche pronti ad andarsene qualora la con-

giuntura monetaria fosse stata loro sfavorevole.

A quanto pare, infine, nonostante la relativa abbondanza di mano-

dopera maschile e femminile impiegata e la sua importanza per la vita

della città, la manifattura serica non rappresentò affatto fra

xv

e

xvi

se-

colo un’attività tale da connotare in senso propriamente protoindustriale

l’economia torinese: troppo esiguo era il suo peso nella vita produttiva

della città, troppo ristretto, e forse in parte limitato ai suoi dintorni, era

il mercato d’

élite

a cui essa si rivolgeva, senza peraltro riuscire a soddi-

sfarlo compiutamente. Come dimostrano nei primi anni del Cinquecento

gli acquisti di prodotti serici per Bianca di Monferrato a Milano, Ge-

nova, Ginevra e Lione, l’offerta, e forse la qualità, dei tessuti torinesi

di seta rimase sicuramente inferiore al fabbisogno. Ciò ovviamente – è

bene sottolinearlo – senza mettere in conto i rifornimenti di tessuti au-

roserici non prodotti localmente e per i quali l’importazione era d’ob-

bligo: ne sono attestati acquisti a Milano da parte della duchessa e, nel-

la stessa Torino, tramite due nobili mercanti fiorentini, da parte di mem-

bri prestigiosi dell’aristocrazia cittadina e subalpina quali Geronimo della

Rovere, signore di Vinovo, e Onorato Grimaldi, barone di Beuil e go-

vernatore del Piemonte per il duca Carlo III di Savoia

186

.

La diversificazione economica avviata negli anni difficili della crisi di

fine Trecento si dimostrava ora funzionale a un’economia cittadina ba-

sata sull’integrazione di più indirizzi produttivi nel quadro di un organi-

smo economico cittadino in crescita, ma caratterizzato più dalla intensa

valorizzazione delle proprie funzioni centrali in campo politico-ammini-

strativo, che da una propria risicata centralità in campo manifatturiero.

Ca r t i e r e , ma r t i ne t t i e «mo l e r i e»: g l i sv i l upp i de l l a

produz i one ca r t a r i a e me t a l l urg i ca .

Fra i settori produttivi attivati o potenziati fra Tre e Quattrocento

nel tentativo di superare la crisi profonda in cui si era venuta a trovare

186

m. abrate

,

Il memoriale di Henry Pugnet

, in

Studi in onore di A. Fanfani

, IV, Milano 1962,

p. 15;

comba,

Dal velluto

cit., pp. 33 sgg. Inoltre, per i tessuti auroserici: ASCT, Prot. e minut.,

5, ff. 325

r

-330

v

: tre acquisti del giugno e del luglio 1521 dai nobili fiorentini Antonio Canigiani e

Alessandro Gerolami, per un importo complessivo di 765 scudi d’oro del sole, di panni d’oro «fi-

lato e tirato», di satin broccato e uccellato nero d’oro filato, di satin broccato nero e di

telleta

ne-

ra «auri tirati cum opera» e, più genericamente, di «panni d’oro e d’argento e di tela d’oro».