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al milanese Baruzio de Cusio fu Faciotto

201

. Di Milano infatti era anche

l’armaiolo non meglio identificato che nel novembre 1485 richiese al

consiglio di credenza di poter usufruire gratuitamente di un

amolato-

rium

per fabbricare armi e, ottenuta una risposta negativa, ricorse al

Consiglio ducale che tentò inutilmente di costringere il comune a for-

nirgli le macchine idrauliche necessarie

202

. Se non milanesi, spesso fore-

stieri furono pure gli altri maestri armaioli e

amolatores

, che troviamo

per lo più menzionati nei documenti dei primi decenni del Cinquecen-

to come

habitatores

203

. La loro importanza non soltanto numerica nella

vita economica cittadina emerge chiaramente da un volume di conti re-

lativi alla taglia e ai «tassi» pagati dalla popolazione cittadina negli an-

ni 1523-26. In totale si contarono ben 14 armaioli, 4 fabbricanti di spe-

roni e un

amollator

204

.

Uno sguardo complessivo agli sviluppi della produzione cartaria e

delle attività connesse con la lavorazione del ferro evidenzia il ruolo cen-

trale che vi ebbero imprenditori e artigiani forestieri immigrati in città.

Si trattò spesso di uomini di grandi capacità e di notevole intrapren-

denza, che conquistarono talora spazi anche importanti nella vita sociale

e politico-amministrativa della città. Così, per esempio, verso la metà

del Quattrocento, Claudio Felice da Rivoli, uno dei forestieri, che, co-

me si è accennato, introdussero in città i martinetti da rame, non sol-

tanto fece fortuna portando in meno di vent’anni il proprio patrimonio

fondiario da 12 a 96 giornate, ma arricchitosi, a partire dal 1446 divenne

più volte «clavarius pro populo» e consigliere del comune lasciando ai

discendenti un patrimonio e una condizione sociale tali da poter essere

ritenuti nobili: il nobile «Iohannes Felixii», suo probabile figlio, fu nel

1488 uno dei due «clavarii pro hospicio» e nel 1499 uno dei «maestri

L’economia e la società

501

201

ASM, Fondo Notarile, filza 1825, Zunico Antonio fu Beltramino, doc. del 3 dicembre

1468: sono segnalati furti o sequestri ad opera di armigeri e castellani sabaudi a Chivasso, Torino,

Rivoli, Avigliana, Chambéry, oltre che a Racconigi e nella diocesi di Ginevra. Armaioli milanesi:

l. frangioni

,

Un’industria d’arte per le armature e le armi

, in «Artigianato lombardo»,

ii

(1978), pp.

46-64;

ead

.,

Aspetti della produzione delle armi milanesi nel secolo

xv

, in

Milano nell’età di Ludovi-

co il Moro

, Milano 1983, pp. 195-200.

202

ASCT,

Ordinati

, 82, ff. 52

r

, 53

r

, 56

r-v

.

203

Armaioli: ASCT, Marm. 1503, f. 112

r

(«Pacinus Malatesta armurerius, civis T.»); ASCT,

Prot. e minut., 2, f. 173

v

(1504: «Iohannes Pioni habitator T.»), f. 136

r

(1520: Giacomo Pacini

«armurerius T.»), f. 64

r

(1525: Claudio Pioni, «armurerius T.»), f. 238

r

(1527: Caterina, vedova

di Giovanni Megio «habitator T.»).

Amollatores

: Nuova 1488, f. 82

v

(Giacomo Cerruti, un casso

di casa e 1

g.ta

di vigna); Nuova 1503, f. 76

v

(Antonio Cerruti); Nuova 1510, f. 33

r

(Antonio Cer-

ruti).

Dorerii

: Nuova 1488, f. 129

r

(Giovanni de Curte); Marm. 1488, f. 59

r

(Antonio Benzi «ha-

bitator T.»); Marm. 1510, f. 149

v

e Dor. 1510, f. 12

r

(mag. Galeazzo Porro da Milano).

204

ASCT, Coll. V, 1130, ff. 28

v

, 29

v

, 67

r

, 78

v

, 103

v

, 104

v

, 128

v

, 164

v

, 171

v

, 175

v

, 233

v

,

306

v

, 389

v

, 422

v

, 425

v

, 387

v

, 520

v

.