Table of Contents Table of Contents
Previous Page  513 / 852 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 513 / 852 Next Page
Page Background

504

Parte seconda La preminenza sulle comunità del Piemonte (1418-1536)

Probabilmente la stessa casa degli Ainardi sulla piazza del mercato

del grano era stata locata nel 1431 a un altro Milanese, Bernardo Ali-

berti «de Ayuru», «commorans in Taurino», di cui non conosciamo l’at-

tività economica; negli anni successivi Giovanni, Bartolomeo e fratelli

«de Alibertis», forse suoi figli o parenti, riuscirono ad acquistare in qual-

che lustro alcune giornate di terreno e a radicarsi quindi in città. L’Ali-

berti è uno dei numerosi Milanesi, o più genericamente Lombardi, im-

migrati a Torino a partire dagli anni Venti del Quattrocento di cui si co-

nosce poco più che il nome e di cui dall’imponibile calcolato per il valore

dei loro beni mobili si intuisce talora un giro di affari non proprio mo-

desto. È il caso di Antonino di Abbiate detto

Culetus

da Milano, anche

lui «commorans in Taurino» ma ufficialmente accettato come

habitator

soltanto sedici anni dopo, che nel 1436 insieme al concittadino Enri-

chetto de Affigi, quasi certamente merciaio e immigrato da un decen-

nio, fu iscritto all’estimo con un imponibile

pro mobile

di ben 6 lire.

Mer-

cerius

, iscritto allo stesso estimo con lo stesso imponibile, fu anche un

certo Bertramino, chiamato «lo Provisionatus» o «Provesionarius», ri-

cevuto come

habitator

nel 1433, un cui nipote immigrò a sua volta nel

1441

209

. Insomma accanto ai merciai milanesi più noti ruotava un nu-

mero relativamente alto di artigiani e modesti uomini d’affari loro con-

cittadini: tutti insieme costituivano una sorta di piccola colonia di im-

migrati, caratterizzata dalla vicinanza delle abitazioni e delle botteghe

per lo più situate sulla piazza del mercato del grano, da rapporti com-

merciali, da assidue frequentazioni, fino al 1456 almeno in parte gravi-

tante dal punto di vista religioso attorno alla chiesa di San Cristoforo e

al relativo convento degli Eremiti osservanti di Sant’Agostino, situati

fuori della cinta muraria e retti da frate Giovanni Marchisio, originario

anche lui di Milano

210

.

prot. 29, ff. 31

r

(26 gennaio 1431), 42

v

(8 novembre 1431), 62

r

(14 marzo 1433: teste «Anthoni-

no de Mediolano caligario et mercerio, habitatore Taurini»), 64

r

(14 marzo 1433). Giovanni: Dor.

1442, f. 74

v

; Dor. 1457, f. 68

v

; Dor. 1464, f. 182

v

.

209

B. Aliberti: AAT, prot. 29, ff. 30

v

-31

r

(21 giugno 1431). F.lli Aliberti: ASCT, Dor. 1436,

f. 86

v

(2

g.te

); Dor. 1442, f. 131

r

(4,83

g.te

); Dor. 1445, f. 125

v

(5

g.te

). A. de Abbiate ed E. Af-

figi: ASCT,

Ordinati

, 63, f. 189

v

(20 agosto 1426); 72-75, ff. 214

r

-215

r

(25 settembre 1452); Dor.

1436, f. 61

r

. B. Provisionato e nipote: ASCT,

Ordinati

, 67, ff. 24

v

-25

r

; 70, ff. 14

r

-15

v

; Pust.

1436, f. 15

r

.

210

AAT, prot. 32, f. 109

v

, atto del 18 giugno 1456, rogato nel convento di San Cristoforo

«extra muros Taurini» appartenente all’ordine degli Eremiti di sant’Agostino «de observancia»,

alla presenza, fra gli altri, dei

dorerii

Andrino e Giovanni Pietro, ambedue di Milano ma domici-

liati a Torino e del mercante milanese Antonio Dugnano: il priore del convento, frate Giovanni

Marchisio da Milano, davanti al vescovo di Torino, non ritenendo possibile praticarvi l’Osservanza

della regola agostiniana, rinuncia a nome del suo convento – ivi rappresentato anche dai religiosi

Taddeo da Ivrea, priore, Giorgio da Pavia, Giacomo Filippo da Bergamo, Pantaleone da Crema,

Giovanni Paolo da Milano, Davide da Cremona, Giovanni Luigi da Cremona e Fortunato da Mi-