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Parte seconda La preminenza sulle comunità del Piemonte (1418-1536)
Le attestazioni successive evidenziano, accanto a una certa stabilità
del suo piccolo patrimonio immobiliare, una sua crescente ascesa socia-
le. Consigliere di credenza a partire dal 1462, negli anni 1463-64 egli
trattò col duca di Savoia a nome del comune, l’appalto dei mulini e, fra
il 1467 e il 1471, fu eletto due volte «clavarius pro populo». La sua
ascesa sociale, e quella del figlio Bonifacio, che almeno dal 1464 con lui
collaborava alla gestione di una
merceria
sulla piazza del mercato e che
successivamente aprì una propria bottega sulla piazza cittadina nella par-
rocchia di San Benigno, sono sottolineate dalle indicazioni socio-pro-
fessionali che precedono le loro poste catastali. Antonio, che nel 1456
era ancora qualificato come «caligarius et mercerius», nel 1464 fu pre-
sentato come «providus mercator», mentre suo figlio, il «discretus iu-
venis Bonifacius de Cassano», già registrato in proprio nell’estimo del
1478, nel 1485 fu chiamato senz’altro «nobilis» e tre anni più tardi «co-
mendabilis mercator»
212
.
Forse meno rapida, ma significativa, fu anche l’ascesa sociale di Gia-
como da Cassano e dei suoi discendenti, il cui modesto patrimonio fon-
diario in costante ascesa raggiunse a fine Quattrocento le 14,5 giornate
e la cui casa con bottega nel quartiere Doranea e nella parrocchia di San
Silvestro confinava negli anni Cinquanta di quel secolo con quella dell’il-
lustre giurisperito Ambrogio da Vignate. Qualificato ora come «discre-
tus vir», ora come «providus vir et mercator», Giacomo raggiunse un
prestigio sociale tale da consentire al figlio Amedeo di inserirsi nella bu-
rocrazia ducale nella qualità di «commissario»
213
.
Non è un caso che i personaggi sin qui menzionati, almeno nei pri-
mi decenni della loro presenza a Torino, commerciassero essenzialmen-
te in oggetti di piccola metallurgia e in pellami: mentre i primi, infatti,
erano fra i prodotti caratteristici dell’area lombarda, i secondi, soprat-
tutto se da conciare, costituivano secondo uno studio recente una delle
merci che la metropoli ambrosiana importava dal Piemonte
214
. Lo evi-
denzia un contratto stipulato a Milano il 27 marzo 1465 con il quale Za-
212
A. da Cassano: ASCT,
Ordinati
, 78, 1462, f. 115
r
; 78, 1463-64, ff. 199
v
, 231
r
; Coll. V,
1141, f. 38
v
;
s. a. benedetto
,
m. t. bonardi
e
r. roccia
(a cura di),
L’amministrazione civica: fun-
zionari sabaudi e ufficiali comunali
, in
Il Palazzo di Città
cit., II, pp. 310-13, 325; ASCT, Dor. 1453,
f. 65
r
; Dor. 1457, f. 69
v
; Dor. 1464, f. 78
r
(due case nella parrocchia di San Silvestro e 14
g.tedi
terreno); Dor. 1470, f. 72
r
; Dor. 1478, f. 63
r
. B. da Cassano: ASCT, Dor. 1478, f. 64
r
; Dor. 1485,
f. 69
r
(due case, stalla e 3
g.te); Dor. 1488, f. 117
r
.
213
ASCT, Dor. 1442, f. 74
r
(esclusivamente 3 lire «pro mobile»); Dor. 1445, f. 136
v
(2
g.te);
Dor. 1453, f. 59
v
(9
g.te); Dor. 1457, f. 60
v
; Dor. 1464, f. 22
v
; Dor. 1470, f. 67
r
; Dor. 1478, f.
58
r
; Dor. 1485, f. 128
r
(casa e bottega in San Silvestro e 14,5
g.tedi terreno); Dor. 1488, f. 62
v
.
214
m. p. zanoboni
,
Artigiani, imprenditori, mercanti. Organizzazione del lavoro e conflitti sociali
nella Milano sforzesca (1450-1476)
, Firenze 1996, p. 86. Inventario di una
merzaria
:
ibid
., p. 112.