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Parte seconda La preminenza sulle comunità del Piemonte (1418-1536)
zione di certi velluti che sosteneva di aver affidato a Lanzarotto. Que-
sti rispose il 25 aprile 1455 con una lettera nella quale, dopo aver pre-
cisato che dall’esame della contabilità e della documentazione di Lan-
zarotto altro in verità sembrava risultare, si dichiarò ciò nonostante di-
sposto alla restituzione della merce come atto di
reverentia
verso lo Sforza
per il quale, diceva, tutto il consiglio che egli presiedeva era disposto an-
che a favori più impegnativi.
La morte di Lanzarotto non dovette tuttavia interrompere gli affa-
ri della società a Torino, che vi fu forse rappresentata dal
mercator
An-
tonio Dugnano, sicuramente presente in città nel 1456. Né essa inter-
ruppe la trama di rapporti commerciali che i fratelli Cusani avevano da
tempo tessuto in Piemonte: il 31 ottobre 1461, a Milano, il pinerolese
Antonio Capone fu Perroneto liberò Azzone e Galdino Cusani, fratel-
li ed eredi di Guidetto, che agivano anche a nome di Enrico, figlio di
Galdino, nonché di Luigi e degli altri figli di Azzone, di tutto ciò che
essi ancora gli dovevano. Ventiquattro anni dopo, morto Azzone, Lui-
gi ancora faceva affari nel ducato di Savoia commerciando armi e co-
razze
216
.
La grave carenza di cartulari notarili impedisce di osservare più da
vicino quel mondo degli uomini d’affari di origine milanese immigrati a
Torino nel
xv
secolo che, lo si è ben visto anche per i settori serico e
metallurgico, rispecchiava la vitalità economica crescente della città.
Quest’ultima era riflessa anche dalle attività commerciali che i Torine-
si, autoctoni, di adozione o emigrati, intrattenevano con operatori eco-
nomici di altre città, fra le quali svolsero un ruolo non marginale Ge-
nova e Savona, dove, magari da un concittadino che vi era immigrato,
ci si riforniva di spezie, tonnina, lane, berretti e altre merci, e dove si
esitavano carta, acciaio, canovacci di Torino e di Chivasso. Così il 14
agosto 1414 un Torinese, il ricchissimo Michele Belliodi fu Vieto da Set-
timo, a cui i concittadini avevano affibbiato il significativo soprannome
di
Marchandinus
, acquistò nella metropoli ligure 43 scudi d’oro di pro-
dotti non specificati da Damiano de Brosolo fu Riccardello, anche lui
torinese ma domiciliato in quel momento a Genova. A rifornirsi a Ge-
216
Vieto Cusani: AAT., prot. 29, f. 63
r-v
. Azzone, Guidetto e Galdino Cusani: ASM, Notari-
le, cart. 203, Guidotto Medici, 10 giugno 1441; cart. 734, G. Regni fu Pietro, 4 aprile 1453; cart.
1217, Lancillotto Sudati, fu Giovanni, 31 ottobre 1461; per Guidetto:
zanoboni
,
Artigiani, im-
prenditori, mercanti
cit., pp. 53, 56, 170. Antonio Dugnano: AAT, prot. 32, f. 95
v
, 18 giugno 1456
(teste). Lanzarotto Cusani: ASCT,
Ordinati
, 70, ff. 14
r-v
, 19 giugno 1453; ASM, Sforzesco, cart.
478, n. 20, 25 aprile 1455. Luigi Cusani: ASM, Notarile, cart. 3438, Antonio Carnuschi fu Gia-
como, 3 giugno 1485 (ringrazio la signorina Beatrice del Bo per la segnalazione); cfr.
zanoboni
,
Artigiani, imprenditori, mercanti
cit., p. 150. Devo le segnalazioni dei documenti conservati nell’ASM
alla cortesia di Beatrice del Bo, Paolo Grillo e Giampaolo Scharf, a cui va la mia gratitudine.