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Parte seconda La preminenza sulle comunità del Piemonte (1418-1536)

di ragione» del comune. Venditore ed esperto di ferramenta, egli era

stato nel 1462 «uno dei quattro sovrintendenti alla ricostruzione della

torre comunale», alla quale fu «imposta una copertura di lastra metalli-

ca acquistata in diverse partite». Anche Abbondio Piccolpasso fu «cla-

varius pro populo» nel 1459 e

credendarius

del comune, come lo fu un

suo discendente, Giovanni Amedeo, che divenne

clavarius

nel 1518.

Furono però in genere i figli o i nipoti degli immigrati a farsi strada

nella vita politica. Vari de Strata – Borbone dapprima, Emanuele poi e

infine Giovannotto – furono eletti a più riprese fra i sindaci o consiglieri

del comune fra il 1481 e il 1529 ed Emanuele fu

clavarius

nel 1511. Bar-

tolomeo fu a sua volta «maestro di ragione» nel 1488 e

clavarius pro ho-

spicio

in quell’anno e nel successivo. Contemporaneamente ricopriva la

carica di

clavarius pro populo

Micheletto Pogetti, possessore, come si è

accennato, della metà del martinetto che Riccardino e Antonietto Po-

getti avevano impiantato nel 1428. Più tardiva fu infine l’affermazione

dei Troya: un Nicola fu consigliere comunale all’inizio del

xvi

secolo e

Bertolotto, anche lui consigliere, fu

clavarius

negli anni 1518 e 1523

205

.

L’ adeguamento de l mondo comme r c i a l e a l l e nuove

funz i on i cent r a l i svo l t e da l l a c i t t à .

Nell’ultimo medioevo il contributo degli operatori economici fore-

stieri, soprattutto milanesi e lombardi, allo sviluppo della città fu anche

più consistente nel settore commerciale. Esso si aggiunse a quello, non

meno importante, costituito dall’immigrazione dalla metropoli lombar-

da di manodopera specializzata, organizzata in quelle piccole imprese

artigiane a carattere familiare che, come si è visto, alimentarono la ri-

presa della produzione laniera, il decollo del setificio, l’aggiornamento

delle tecniche di lavorazione dei metalli e delle armi.

Già nei primi anni del secolo troviamo una interessante figura di im-

migrato: quella di mastro Bertramino de Umbenis da Milano, medico e

chirurgo (

fisicus et cirogicus

), che, dopo essere stato accettato come

ha-

205

benedetto

,

Macchine idrauliche

cit., p. 194. C. Felice: ASCT, Marm. 1445, f. 4

v

(due ca-

se e mezza e 12,71

g.te

di terra); Marm. 1464, f. 3

r

(due case, una delle quali con due botteghe e

116

g.te)

. Suoi eredi: Marm. 1470. f. 1

v

(le due case e due botteghe già citate e 120

g.te

); G. Fe-

lice: ASCT, Marm. 1478, f. 1

r

(due case con botteghe e 129

g.te

); Marm. 1485, f. 71

r

(come nel

1475); Marm. 1488, f. 93

r

; Pust. 1503, f. 195

v

(60,92

g.te

). A. Piccolpasso: cfr. sopra, p. 496, te-

sto corrispondente alla nota 190. Loro carriera politico-sociale: ASCT,

Ordinati

, 71, 1446, f. 1

r

;

78, 1463-64, ff. 199

v

, 230

v

(C. Felice); 87, 1506, f. 50

r

; 93, 1513, f. 44

v

(G. Felice); 77, 1457, f.

1

r

; 80, 1468, f. 3

r

(A. Piccolpasso); 100/1, 1522, f. 6

r

(G. A. Piccolpasso); 82, 1486, f. 77

r

(Bor-

bone e Bartolomeo de Strata e M. Pogetti); 87, 1506, f. 57

r

(E. de Strata e N. Troya); 93, 1513,

f. 14

v

(B. Troya). Per tutti:

Il Palazzo di Città a Torino

, II, Torino 1987, pp. 310-13, 325.