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Parte seconda La preminenza sulle comunità del Piemonte (1418-1536)

ra (con moglie, figlio e nuora), Bonaventura della Novalesa, Peyreto Le-

vi (con moglie) e il medico Elia da Chambéry (con due servitori)

233

. Il

medico «Alamando», che aveva negoziato l’accoglimento del nucleo ori-

ginario a Torino, figura nella registrazione fiscale con l’indicazione del-

la capitale d’oltralpe da cui proveniva; ma in effetti è probabile che egli

si sia installato in città solo nel 1425 e che qui l’anno successivo lo ab-

biano raggiunto da Savigliano la moglie e la figlia

234

.

Le medesime quattro famiglie figurano regolarmente nelle liste di

contribuzione fino al 1428, ma la popolazione censita raddoppia (da 10

persone nel 1424 a 19 quattro anni più tardi), perché si sono loro ag-

giunti altre tre nuclei familiari

235

, composti (fatto curioso) in prevalen-

za da donne, che in due casi sono addirittura qualificate capifamiglia.

Né va sottaciuto, infine, che si tratta di Ebrei di nuova immigrazione

in Piemonte, quasi certo provenienti dai domini transalpini savoiardi,

non di spostamenti nell’ambito regionale.

Il soggiorno di questi Ebrei dovette essere di breve durata; nel giu-

gno del 1429 dalla città, minacciata dalla pestilenza, il consiglio ritiene

opportuno espellere quanti provengano da zone infette, e tra questi espli-

citamente anche gli Ebrei di transito

236

. Sebbene la misura colpisca sol-

tanto i viandanti, i suoi effetti immediati, e quelli a più ampio raggio

dell’epidemia, si ripercuotono con ogni probabilità nell’intera comunità,

sulla quale torna a stendersi il silenzio delle fonti, interrotto solo dal

cenno a un breve incarico (di sei mesi) concesso dal comune a Simondo

de Peirinis per svolgere ufficialmente, in regime di appalto, le funzioni

di mediatore in affari

237

.

Senza poter escludere che gli Ebrei abbiano ancora mantenuto per

qualche tempo la residenza a Torino, è certo in ogni caso che il nucleo

già esiguo si ridusse ulteriormente: nel 1433 e 1434 Peyreto Levi è re-

gistrato fra i contribuenti di Savigliano, e Benedetto da Spira nel 1435

233

Docc. 106.

234

Docc. 106, 113, 128. Nell’inverno del 1424-25 veniva concessa licenza di transito per To-

rino a «magister Heliot Alamano»; era quasi certo un omonimo, più precisamente il medico del re

Alfonso V di Aragona, per il cui servizio aveva ottenuto sin dal 1420 passaporto per recarsi alla

corte di Martino V. Doc. 108.

235

Nel 1428 una temporanea modifica del sistema tributario abolì il testatico e lo sostituì con

una tassa annua cumulativa a livello di comunità ebraica piemontese, p.

xvi

. Nel censimento di

quell’anno con Elia figurano la figlia e il genero, oltre alla madre e alla consuocera in stato vedo-

vile; e risultano due nuove famiglie, composta l’una dalla sola Bellazon, l’altra da Gentile (vedova

di Name de Alaman) con un figlio e una figlia. Docc. 106, 142, 146. Sin dal 1425 Bonaventura era

stato raggiunto dalla moglie, dal figlio e dalla figlia. Docc. 113, 128.

236

Docc. 149. In quel periodo il consiglio si radunava nel convento di San Francesco.

237

Docc. 186, 188. Nei censimenti del 1432 e 1433 non figura il luogo di residenza di Simondo

e sua moglie; doc. 205.