

610
Parte seconda La preminenza sulle comunità del Piemonte (1418-1536)
la semplice formazione propedeutica ai corsi universitari: pare di in-
travvedere una qualche forma di concorrenza o almeno di parziale so-
vrapposizione delle funzioni rispettivamente riconosciute ai due orga-
nismi, ad esempio nel biennio 1464-66, quando l’insegnante elementa-
re già in servizio – in aperta contraddizione con il diritto alla privativa
dell’insegnamento fino ad allora riconosciuto ai grammatici – venne af-
fiancato da un altro «rector scolarum», espressamente reclutato come
lettore di arte oratoria, con una sua propria autonomia didattica e un
proprio stipendio
54
. Si trattò verosimilmente di un caso eccezionale, for-
se di un esperimento di cui non si conoscono gli esiti, ma che resta co-
munque indicativo di come la scuola, anche attraverso la suddivisione
degli insegnamenti con una maggiore articolazione di discipline, aspi-
rasse «a conformarsi in qualche modo all’assetto istituzionale delle uni-
versità»
55
.
Sotto il profilo istituzionale la situazione appare però orientata ver-
so una netta separazione tra i due enti. Forse inizialmente anche a To-
rino l’università tentò di disciplinare la scuola di livello inferiore, con
cui talvolta instaurò un dialogo orientato a forme diverse di collabora-
zione; poteva addirittura accadere che alcuni grammatici ricoprissero al-
lo stesso tempo incarichi sia nella scuola sia presso lo Studio
56
. È possi-
bile inoltre attribuire alle pressioni sulla scuola di grammatica da parte
dei docenti universitari, soprattutto degli artisti, il venir meno nelle clau-
sole contrattuali più tardive del divieto imposto in origine ai maestri di
frequentare corsi accademici, se non nei giorni festivi o in occasione del-
le dispute solenni
57
. In alcune occasioni però si ebbero di certo momen-
ti di tensione: una qualche forma di conflittualità con il sistema univer-
sitario si evidenzia soprattutto in merito alle esenzioni fiscali concesse
a maestri e scolari. Infatti il governo cittadino, mentre – come si è vi-
54
La retribuzione di questo maestro era però alquanto inferiore rispetto a quella del primo
maestro (ASCT,
Ordinati
, 70, ff. 34
v
-35
r
, verbale del 18 agosto 1441; ASCT, Coll. V, n. 1141,
Liber rationum
, ff. 34
v
, 53
v
, 54
r
, 87
r
, 92
r
).
55
frova
,
Le scuole municipali
cit., p. 182.
56
È il caso del maestro Giovanni Astesano, che nel 1425 ricevette una retribuzione come «rec-
tor scolarum», oltre ad un compenso imprecisato sui fondi dell’università (
Ordinati
, 63, ff. 46
v
,
133
r
, verbali del 14 giugno 1425 e 22 marzo 1426). Molti contratti di ferma di maestri di scuola,
relativi all’area piemontese, sono riportati nel repertorio di
f. gabotto
,
Dizionario dei maestri di
grammatica che insegnarono in Piemonte prima dell’anno 1500
, pubblicato in appendice a
id
.,
Lo Sta-
to sabaudo da Amedeo VIII ad Emanuele Filiberto
, III.
La cultura e la vita in Piemonte nel Rinasci-
mento (1496-1504)
, Torino-Roma 1895, pp. 288 sgg.; si potrà consultare anche
id
.,
Supplemento
al dizionario dei maestri che insegnarono in Piemonte fino al 1500
, in «BSBS»,
xi
(1906), pp. 102-
41, dove tuttavia le notizie di interesse torinese sono praticamente inesistenti.
57
Tale divieto si trova in un patto di ferma stipulato nel 1416 (
Ordinati
, 56, f. 80
r
-
v
, verbale
del 24 maggio 1416).