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Parte seconda La preminenza sulle comunità del Piemonte (1418-1536)
pendium synonymorum
del maestro di scuola Domenico de Seraphinis
80
,
apparso senza note tipografiche, ma con la partecipazione dello Stribal-
di e con l’utilizzazione di carte filigranate identiche a quelle presenti in
edizioni del 1477 della stessa officina
81
. Il definitivo ritorno a Torino è
documentato dal colophon della
Summa Lacticiniorum
di Pantaleone da
Confienza, «completa
m.cccc.lxxvii
, die
viiii
iulii et per magistrum
Iohannem Fabri galicum Thaurini sub illustrissimo sabaudiae duce Phi-
liberto feliciter impressa est»
82
.
L’arrivo in città sembrò segnare l’inizio di un nuovo periodo di vi-
vace attività, perché a breve intervallo gli uni dagli altri, apparvero, a
fine agosto, la
Chronica summorum Pontificum Imperatorumque
di Ric-
cobaldo da Ferrara, ma attribuita – per errore forse inconsapevole – al
più celebre Martino Polono
83
; nel novembre i
Decreta Sabaudiae
curati
da Pietro Cara
84
, e circa la stessa epoca, o poco dopo, il
De Infantia Sal-
vatoris
dello pseudo Matteo
85
, ristampa dell’edizione romana di Giovanni
Gensberg del 1475
86
. In realtà il fervore di iniziative si fermò lì, perché
dal maggio 1478 a fine marzo 1482, quando fu terminata di stampare
l’
Expositio Psalmorum
del Torquemada, comparvero solo sei edizioni,
con una media annuale di circa 130 carte per ciascuno dei testi prodot-
ti. Tra essi, oltre alla
Summa Rolandina
, che era uno dei testi d’obbligo
in talune scuole del distretto torinese
87
, e alle
Comoediae
di Terenzio,
l’autore preferito dai compilatori medievali di florilegi morali
88
, va in-
cluso anche il
Doctrinale
del Villadei con il commento del saluzzese Fa-
cino Tiberga, non essendoci motivo per credere che i versi dell’ultima
carta, «Marchio me iussit generosus Salutiarum | Edere: quod quintus
protulit annus opus […]», dovessero significare non solo che era stato
ordinato al Fabri di stampare il volumetto, ma che l’esecuzione sarebbe
80
È probabilmente da identificare con il Domenico fermato rettore delle scuole di Torino il
1° maggio 1439 (
f. gabotto
,
Lo Stato sabaudo da Amedeo VIII ad Emanuele Filiberto
, III.
La cul-
tura e la vita in Piemonte nel Rinascimento [1496-1504]
, Torino 1895, p. 309).
81
L’elenco più ricco ma non completo delle filigrane apparse in incunaboli torinesi è in
man-
zoni
,
Annali tipografici
cit.
82
British Museum. Catalogue of Books
cit., VII, 1053.
83
È copia dell’edizione romana di Giovanni Schurener del 1476 (
Indice Generale degli Incu-
naboli
cit., 8358), a sua volta ristampata sull’edizione del 1474 di Giovanni Filippo La Legname
(
Indice Generale degli Incunaboli
cit., 8357).
84
Sul Cara:
e. bellone
,
Note su Pietro Cara, giurista e umanista piemontese della seconda metà
del Quattrocento
, in «BSBS»,
lxxxvi
(1988), pp. 659-91.
85
g. bonaccorsi
,
Vangeli apocrifi
, I, 1948, pp. 156-231.
86
British Museum. Catalogue of Books
cit., IV, 51.
87
ASC, Moncalieri,
Ordinati
, serie B, cc. 346
r
-347
r
.
88
g. vinay
,
L’umanesimo subalpino nel
xv
secolo. Studi e ricerche
(BSSS, 148), Torino 1935,
p. 77.