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Parte seconda La preminenza sulle comunità del Piemonte (1418-1536)

uscito in quell’anno fu la lezione accademica

Repetitio legis «Vim»

di

Claudio di Seyssel, probabile patrocinatore della diffusione a mezzo

stampa anche del

De ecclesiastica potestate

di Alessandro da Sant’Elpi-

dio

106

, al quale era annesso il

Constitutum Constantini

, che, per quanto

superato, trovava ancora nei circoli curialisti torinesi appassionati so-

stenitori

107

. Era stato da poco licenziato questo volumetto, quando ap-

parvero, sulle strade del Piemonte, le prime soldatesche francesi, avviate

alla conquista del regno di Napoli. Il lavoro d’officina si arrestò, ma non

molto tempo dopo, proprio mentre si preparavano le trionfali accoglienze

al Re Cristianissimo che giungeva a Torino, la bottega riaprì, grazie for-

se all’intervento di una terza persona, della quale un atto notarile del 10

novembre 1494 ha rivelato il nome, il nobile Jacopo de Tolleto, «im-

pressor librorum»

108

. Sono infatti di questo periodo, oltre alla ristampa

del discorso del Cara ad Alessandro VI e l’

Oratio

del Genero

Ad Tauri-

natem Academiam

, i testi scolastici più importanti editi dal Suigo: le

Saty-

rae

di Giovenale, il

Bellum Catilinarium et Jugurtinum

di Sallustio e il

Doctrinale

del Villadei nell’insolito commento del monaco Lombardo

109

,

tutti suggeriti dal Genero, al quale si deve anche il

De ingenuis moribus

ac liberalibus studiis

di Vergerio con gli annessi testi del

De legendis libris

gentilium

di san Basilio e del meno impegnativo

Carmen de moribus pue-

rorum in mensa servandis

di Sulpizio da Veroli, in luogo del

De liberis edu-

candis

di Plutarco e del

De tyrannide

di Senofonte

110

.

Il 1495 segna l’inizio della fine della seconda tipografia torinese:

l’unica opera che vide la luce in quest’anno fu il

Breviarium Foroiulien-

se

, che il Suigo ottenne di poter stampare solo grazie ai buoni uffici e

all’influenza esercitata dal Cara sul cappellano e cittadino di Frejus, Pie-

tro Ambrosio. L’anno successivo, il 30 aprile 1496, «diligentia et indu-

stria Nicolai de Benedictis et Jacobini Suigi» fu terminata di stampare

106

Su di lui:

a. potthast

,

Repertorium fontium historiae Medii Aevi

, II, 1967, p. 188.

107

d. maffei

,

La donazione di Costantino nei giuristi medievali

, Milano 1964, pp. 193 sgg.

108

t. gasparrini leporace

,

La società tipografica Beretta-Girardengo (1479-1492)

, in «La Bi-

bliofilia»,

l

(1948), p. 49.

109

Delle edizioni del Villadei con il commento del monaco Lombardo registrate da

Ge-

samtkatalog

cit., 1031-41, solo due sono italiane, la milanese del 1484 e la torinese del Suigo. Tut-

te le altre sono francesi (5 di Lione, 3 di Parigi, 1 di Rouen).

110

Nella maggior parte delle edizioni il testo di Vergerio era abbinato al

De legendis libris gen-

tilium

di san Basilio nella traduzione latina del Bruni. Quando alle due opere si aggiungeva un ter-

zo lavoro la scelta cadeva di solito o sul

De liberis educandis

di Plutarco nella traduzione di Guari-

no o sul

De tyrannide

di Senofonte nell’interpretazione dell’Aretino. Più spesso l’appendice com-

prendeva entrambe le pubblicazioni e talvolta si prolungava in un quinto trattatello, il

De officio

liberorum erga parentes

di san Gerolamo. Delle edizioni del Vergerio, registrate dall’

Indice Genera-

le degli Incunaboli

cit., l’unica con l’aggiunta del

Carmen

di Sulpizio è la torinese del Suigo e del

De Benedictis.