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Parte seconda La preminenza sulle comunità del Piemonte (1418-1536)
bero fatto epoca perché le prime apparse in Torino – in provincia il pro-
getto era stato attuato quasi tre lustri prima
113
– il
Fiore di virtù
del 25
maggio 1495, i
Miracoli della Madonna
del 6 giugno 1496 e la
Leggenda
di Lazzaro
,
Marta e Maddalena
di sette giorni dopo. È difficile oggi dire
chi siano stati gli ispiratori di una tale iniziativa, anche perché non è
mai stata molto vivace in Piemonte la tradizione manoscritta di testi
del genere
114
. Era tuttavia avvertibile già da tempo che la situazione lin-
guistica nelle terre subalpine stava evolvendosi: la presenza di autori
come Dante e Boccaccio nelle biblioteche dei Savoia
115
, la trascrizione
e la lettura di testi italiani da parte di eruditi locali, l’uso, qua e là, del
volgare nella stesura di documenti non letterari e, ovunque, la consue-
tudine di una parlata che «sotto la scorza dialettale o la veste linguisti-
ca latina lasciava già intravvedere una realtà ben diversa», sono tante
testimonianze di un lento ma metodico inserimento della cultura pie-
montese nella lingua e nella letteratura nazionale
116
. Potrebbero quindi
essere stati gli stessi operatori della tipografia a farsi interpreti, ora che
la componente straniera aveva ceduto il posto ad elementi solo italiani
– lombardi per lo più – delle nuove esigenze e a proporre soluzioni che
già avevano avuto esito positivo a Milano, dove negli ultimi decenni
prima del 1495 erano uscite un’edizione del
Fiore di virtù
, due della
Leg-
genda di Lazzaro, Marta e Maddalena
e cinque dei
Miracoli della Madon-
na
117
. Non fu una scelta isolata, perché nel quarantennio successivo i
trenta testi in volgare prodotti dai Silva rappresentarono circa un ter-
zo del totale complessivo delle loro edizioni e tre quarti di quelle usci-
te dalle altre officine torinesi dello stesso periodo. Vi prevalevano pub-
blicazioni di carattere popolare, spesso in versi, come l’
Opera novamente
113
giovanni antonio da borgo san martino
,
Modo utile e necessario di confessarsi
, Casale Mon-
ferrato, Guglielmo de’ Canepanova de’ Campanili, 22 marzo 1482 (
Indice Generale degli Incuna-
boli
cit., 4314).
114
p. a. bellato
,
Aspetto linguistico del codice alessandrino del «Fiore di virtù»
, tesi di laurea,
Torino, Università degli Studi - Facoltà di Magistero, 1968, elenca 74 codici del
Fiore di virtù
; di
essi uno solo sarebbe piemontese. Sulla diffusione dell’opera:
m. corti
,
Emiliano e veneto nella tra-
dizione manoscritta del «Fiore di virtù»
, in «Studi di filologia italiana»,
xviii
(1960), pp. 29-68;
a.
m. benicchi
,
Le edizioni quattrocentesche del «Fiore di virtù»
, tesi di laurea, Torino, Università de-
gli Studi - Facoltà di Lettere, 1948. Per i
Miracoli della Madonna
il prof. G. Gasca Queirazza mi
segnala che il numero dei codici è pure molto rilevante, ma sembra non ve ne siano di area subal-
pina.
115
s. edmunds
,
The medieval library of Savoy
, in «Scriptorium»,
xxiv
(1970), pp. 318-27;
ibid
.,
xxv
(1971), pp. 253-84;
ibid
.,
xxvi
(1972), pp. 269-93, oltre a Dante e Boccaccio, elenca anche
versioni italiane del
Roman de la rose
e dell’opera di
Mandeville
.
116
g. gasca queirazza
,
Incontro di lingue nel Marchesato di Saluzzo
, in «Bollettino della So-
cietà di Studi Storici, Archeologici ed Artistici della Provincia di Cuneo»,
lv
(1966), p. 5.
117
t. rogledi manni
,
La tipografia a Milano nel
xv
secolo
, Firenze 1980, nn. 439,
Fiore di virtù
;
565-66,
Leggenda di Lazzaro
; 652-56,
Miracoli della Madonna
.