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Parte seconda La preminenza sulle comunità del Piemonte (1418-1536)
Sono sempre le stesse officine a distinguersi anche per il numero di
opere scientifiche pubblicate, in particolare per quelle mediche; ma se
si prescinde dall’
Anatomia
di Mondino de’ Liucci, dall’
Opus de morbo
gallico
del genovese Jacopo Cattaneo Lagomarsini e da alcune diatribe
tra archiatri circa la superiorità dell’arte di Galeno sulle altre discipline
(specialmente nota in Piemonte quella intitolata
Lixoperita perpetue que-
stionis et annexorum solutio: De nobilitate facultatum per terminos utriu-
sque facultatis
,
Utrum medicina et Philosophia sint nobiliores utroque iure
del medico canavesano Pietro da Bairo), la qualità dei restanti titoli è
mediocre, limitandosi a suggerire consigli pratici e ricette per difender-
si dalle malattie in generale e in particolare dalla peste.
Degli altri testi scientifici, accanto all’
Opus pandectarum
di Matteo
Silvatico, dedicato «ad almam Ticinensem Universitatem Medicorum»
e al
Lumen apothecariorum
del tortonese Quirico de Augustis, meritano
attenzione le varie edizioni dell’
Aritmetices praxis
del medico Pietro Bor-
riglione, che, in italiano, spiega di aver «con exatissima diligentia cu-
mulato tutto quello per lo quale ogni mercadante et negociatore con sum-
ma sufficientia satisfara ad ogni comercio» e il
De partibus aedium
di
Francesco Mario Grapaldi, un manualetto di soli termini, senza illu-
strazioni, nel quale compare qualche parola in carattere greco.
Anche nella pubblicistica religiosa la supremazia dei Silva e del Ra-
noto resta incontrastata almeno per quantità, anche se per caratteristi-
ca di contenuto non si va quasi mai oltre le
Somme
dei casi di coscienza
o il modo di confessarsi, i libelli polemici contro Lutero e i Valdesi, qual-
che volume di predicazione e decreti sinodali. Gli unici libri sacri mes-
si a stampa in tutto il periodo sono infatti i
Salmi
in latino, essendosi
preferito, se non proprio gli apocrifi, come nel caso del
De Infantia Sal-
vatoris
, epitomi o commenti ai testi della più pura ortodossia. Delle al-
tre edizioni del settore le più ambite furono le liturgiche, alla cui rea-
lizzazione si dedicarono, più o meno, tutte le officine, dal Fabri al Sui-
go, al Ranoto e ai Silva. Ma coloro che più si distinsero in questo
particolare campo furono Pietro Paolo e Galeazzo Porro, che dal 1512
al 1532, su un totale di circa 20 opere da loro prodotte, mandarono in
luce cinque
Graduali
, dei quali uno col contributo finanziario di Gio-
vanni Dossena, due
Antifonari
, uno a spese di Giovanni Giolito, un
Ma-
nuale secundumritum Romanae Ecclesiae
e un
Enchiridion Missarum sol-
lemnium
, tutti con note musicali, mentre i meno impegnativi
Offici del-
la Madonna
, e il
Rituale
furono eseguiti dal De Benedictis e dalla società
Ranoto-Hebert.
È a questi ultimi che si deve anche l’iniziativa della pubblicazione
della maggior parte dei pochissimi testi giuridici apparsi in Torino do-