Table of Contents Table of Contents
Previous Page  648 / 852 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 648 / 852 Next Page
Page Background

642

Parte seconda La preminenza sulle comunità del Piemonte (1418-1536)

nella vita confessionale così come in quella culturale e politica. Il Gri-

baldi Mofa che scrive i libri

De methodo ac ratione studendi

è il medesi-

mo autore dell’

Apologia

di Michele Serveto, è cioè figura che è vano vo-

ler ridurre in uno dei campi in lotta e qualificare come tale all’interno

di un dibattito di tipo controversistico. Egli ci appare piuttosto come

uomo di riflessione e di pensiero, uomo partecipe di una sorta di

via me-

dia

al rinnovamento religioso e scientifico della sua età, come l’autore,

nell’ambito della cultura giuridica, di una

concordantia

fra esigenze di

conservazione di un patrimonio dottrinale fondamentale ed esigenze di

rinnovamento del metodo degli studi e della scienza del diritto.

Figure come quelle del Belli e del Gribaldi Mofa ci consentono di

guardare alla cultura giuridica di ambiente torinese come a un ponte

gettato fra tradizione italiana (o «bartolistica» che dir si voglia) e

mos

Gallicus

, cioè a quel «nodo centrale della nostra storia giuridica rap-

presentato dal permanere nel Cinquecento (e oltre) italiano, nonostan-

te la fioritura precedente, della scienza giuridica tradizionale, e dal coe-

vo

exploit

della giurisprudenza umanistica o

mos gallicus

in altri Paesi,

a cominciare dalla Francia»

170

. È solo pensando a ciò che si può coglie-

re la radice di esperienze ulteriori, come quella del grande «consiliato-

re» Ottaviano Cacherano, giurista al servizio della restaurazione poli-

tica ed amministrativa del ducato ma, soprattutto, autore di due volu-

mi di pareri legali «che riprendevano sostanzialmente alcuni dei più

tipici luoghi comuni della logica politico-dinastica e della ragion di Sta-

to»

171

. Lo stesso Bodin doveva farne ampio uso nell’apparato dei suoi

Six livres de la République

, collocando dunque la giurisprudenza consu-

lente di ambiente sabaudo tra quei materiali, che presto il Botero avreb-

be riportato dalla Francia in Italia per dar vita alla nuova e dirompen-

te costruzione teorica della

Ragion di Stato

: la cui prima edizione, per

una di quelle fatalità delle quali son piene le storie, apparve giusto nel

1589, anno della scomparsa del Cacherano. Quell’anno segna, per mol-

ti versi, il passaggio ad una nuova fase della storia della vita politica e

culturale dell’Europa.

(

d. q.

)

170

m. ascheri

,

Giuristi, umanisti e istituzioni del Tre-Quattrocento

, in

id

.,

Diritto medievale e

moderno

cit., pp. 101-38, in particolare pp. 101-2 (parzialmente già apparso in «Annali dell’Isti-

tuto storico italo-germanico in Trento»,

iii

[1977], pp. 43-73).

171

v. castronovo

,

sub voce

«Cacherano d’Osasco, Ottaviano», in DBI, XVI, pp. 57-59, in

particolare p. 59. Per il «momento boteriano», oggetto di lunghi e capitali studi da parte di Luigi

Firpo, si veda ora

a. e. baldini

(a cura di),

Botero e la «Ragion di Stato» (

Atti del convegno in me-

moria di Luigi Firpo, Torino 8-10 marzo 1990), Firenze 1992 (con la bibliografia boteriana, cura-

ta dallo stesso Baldini, a pp. 503-53).