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Parte seconda La preminenza sulle comunità del Piemonte (1418-1536)
no con continuità al
Memoriale
di Guglielmo Ventura (del primo
xiv
se-
colo) o ai
Gesta Karoli imperatoris
di Jacopo Bellingeri d’Acqui, nelle cui
pagine agisce forte l’ideologia cortese e fantastica, apparentemente lon-
tana dagli intenti storiografici degli autori
179
.
Opera qui una sorta di preparazione ad un Quattrocento d’intellet-
tuali e scrittori forse più assorti su motivi locali. Eppure, prima di deli-
nearne le tipologie e i modi, occorre attraversare un non piccolo terri-
torio tematico ed erudito i cui confini superano, talvolta, quelli del Pie-
monte medievale.
La presenza in Italia, nel primo quarto del
xiii
secolo, di un poeta
come Folquet de Romans interessa la vita di corti quali quella di Otto-
ne del Carretto (1180-1230) o di Guglielmo IV di Monferrato, ed allu-
de, questa sua presenza, come altre coeve, ad una pluralità di circola-
zioni linguistiche e culturali, in cui il comune o la corte signorile svol-
gono un ruolo ovviamente primario di assorbimento e rilancio di molti
intellettuali d’ogni provenienza. Su questa linea c’è tutto un fervoroso
passaggio di luoghi mentali ormai accertati dalla critica e di per sé indi-
scutibili: il mecenatismo, l’internazionalismo degli incontri, la straordi-
naria capacità d’assorbimenti reciproci di lingue, tradizioni e culture,
l’evolversi dei costumi, la nascita della vanità intellettuale. Luoghi men-
tali talmente veri ed indiscutibili da essere ormai allo sfilacciamento e
forieri di disinteresse problematico. Continua a funzionare lo schema
antico dei maestri della storica linguistica, letteraria, o altra, e a quello
si somma lo schema, quasi sempre ripetitivo, della nuova critica che è
cresciuta nei dati dell’erudizione, ma non possedendo le stesse capacità
di entrare in un mondo e spalancarlo nuovo.
È dunque prevedibile per la stessa giacitura geografica del Piemonte,
gli scambi con l’oltralpe sono certi, come pure sono certissimi i passaggi
d’un
xiii
e
xiv
secolo che ormai viaggia dovunque e scambia tutto, sen-
za badare alla qualità del baratto. Così, la corte di Bonifacio I di Mon-
ferrato (1183-1207) ospita poeti e cantori (fra questi, Raimbaut de Va-
queras), e la corte, più tarda, di Guglielmo IV accoglie Aimeric de Pe-
guilhan; presso i Savoia di Tommaso I (1188-1233) Peire Ramon de
Tolosa esalta il conte, allo stesso modo di Aimeric de Belenoi che tesse
lodi per il conte Aimone (morto intorno al 1238) e di sua figlia Beatrice,
sposa di Berengario di Provenza, nel 1220. Peire Guilhem, Arnaut Ca-
179
o. capitani
,
Motivi e momenti di storiografia medievale italiana (sec.
v
-
xiv
)
, in
Nuove Que-
stioni di Storia Medievale
, Milano 1964, pp. 729-800;
filippo da novara
,
Guerra di Federico II in
Oriente (1223-1242)
, a cura di S. Melani, Napoli 1994 (Nuovo Medioevo, 46). Ancora utile
g. gor-
rini
,
Il comune astigiano e la sua storiografia
, Firenze 1884;
jacopo d’acqui
,
Gesta Karoli imperato-
ris
, a cura di G. Gasca Queirazza, Torino 1969.