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Parte seconda La preminenza sulle comunità del Piemonte (1418-1536)

Passagini, per i quali non è detto sia bastata la decretale di Gregorio IX

Ad abolendam

. Testi latini e testi volgari percorrono un comune traccia-

to di scavo interiore:

Liber de duobus principiis

, volgarizzamenti del ri-

tuale e, in lingua d’oc, del

Pater

, versioni bibliche di tradizione antico-

valdese, il poema

La nobla leyczon

, il

Liber Arithmeticus

, i

Mettra Cene-

che

, il

Libre de Seneca

, la

Disputatio inter catholicum et paterinum

haereticum

(questa di origine lombarda, risalente al 1250 circa)

175

.

Va considerata la frantumazione tematica dei differenti generi di

scrittura: cronache cittadine, raccolte omiletiche, documenti civili, com-

pilazioni enciclopediche, glosse grammaticali, poemetti pedagogico-

esemplari; tutta questa difforme e mutevolissima produzione si esprime

in latino o in volgare, con sostanziali presenze di lingua d’oîl e lingua

d’oc, anche se il carattere ideologico-politico di certe scritture sembra

avvicinarsi di più ad una produzione cronistica locale che occupa so-

prattutto il

xiv

secolo. Così

Parlamenti

ed

Epistole

affiancano il

Detto

del Re e della Regina

, della Capitolare di Novara

176

o le

Laudi

di Vinchio

d’Asti; come gli

Statuti

e i

Giuramenti

della Società di San Giorgio (an-

ni 1320) seguono la discreta diffusione d’una

Grammatica

di Biella, og-

gi conservata presso la Capitolare d’Ivrea

177

, organizzata sugli appunti e

sui quaderni di «antichi scolari» e facente riferimento continuo alle glos-

se del

Dottrinale

di maestro Manfredo, uno dei tanti compilatori pie-

montesi di fine

xiii

- inizio

xiv

secolo (un altro abbastanza noto è mae-

stro Sion), consentono una valutazione dei livelli linguistici e cognitivi

in questo scorcio di medioevo, dove anche la cultura orale contribuiva

a formare «testi», vista la circolazione di raccolte di proverbi e motti,

di sentenze e citazioni dotte. Dietro tutto questo è da intendersi una

certa attività scolastica, confermata dalla buona presenza di volgarizza-

menti e traduzioni varie, quasi sempre d’esercizio.

Quale può essere stato il modello iniziale servito ad esempio nel pro-

getto e poi nell’opera di allargamento d’una cultura latino-volgare?

Non è possibile non supporre che il ruolo di trasmissione intellet-

tuale e scolastica esercitato dall’abbazia della Novalesa sia stato grande,

pur se occorre risalire abbastanza indietro nel tempo per cercarvi un co-

175

Per il quadro storico cfr.

nada patrone

e

airaldi

,

Comuni e signorie

cit.;

Piemonte medie-

vale. Forme del potere e della società. Studi per Giovanni Tabacco

, Torino 1985;

o. capitani

(a cura

di),

Medioevo ereticale

, Bologna 1977;

c

.

bologna

,

La letteratura dell’Italia settentrionale nel Due-

cento

, in

Letteratura italiana. Storia e geografia

, I.

L’età medievale

, Torino 1987, pp. 101-88;

g. ga-

sca queirazza

(a cura di),

Documenti di antico volgare in Piemonte

, Torino 1966. Dai testi qui ci-

tati è possibile risalire a bibliografie più specializzate.

176

Ms 117.

177

Ms VII.