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Parte seconda La preminenza sulle comunità del Piemonte (1418-1536)
segni cronistici o addirittura storiografici. Il
Memoriale
del Ventura non
possiede proiezioni interpretative sul vissuto, semmai è un tipo di ri-
pensamento dell’importanza di Asti nel passato, senza risparmiarsi una
posizione polemica nei confronti del pontificato di Amedeo VIII di Sa-
voia (papa col nome di Felice V fra 1439 e, con alterne vicende, 1449).
Il latino di questo, come degli altri testi sopra ricordati, oscilla fra un’ap-
parente ed inseguita precisione grammaticale e un’ancora forte impron-
ta tardolatina. Non è diverso il latino di Pietro Cara che, alla fine del
secolo, celebra Carlo VIII nel suo
Breviarium gestorum in Italia ab Caro-
lo octavo Gallorum rege
. Anche qui un testo che, in qualche modo, si ap-
parenta ad un tipo di storiografia che, pur non essendo strettamente cor-
tigiana, è comunque veicolo di esaltazioni personalistiche dell’uno o l’al-
tro principe. E, in tal senso, originale almeno nel proposito d’avvio,
sembra un’altra opera quattrocentesca, il
Chronicon parvum Ripaltae
, fu-
sione d’un
Chronicon Ripaltense antiquius
e le
Continuationes Chronici
Ripaltensis priores
sulle quali s’innesta un
Chronicon vetus Cherii
e una
Continuatio Cheriensis et Pedemontana posterior
. Grande intreccio di re-
gistrazioni d’eventi pronti nella minuteria
événementielle
il cui portato
storiografico appare modesto
184
.
L’Umanesimo piemontese presso la corte sabauda si alimenta di te-
sti quali il
Tamburlein
, il
Roman de la Rose
, il
De regimine principum
e
vari trattati grammaticali. Amedeo VIII e suo figlio Ludovico vi com-
paiono come incerti mecenati di personaggi quali Antonio d’Asti, Gio-
van Mario Filelfo, Guiniforte Barzizza, Andrea Rolandi da Vercelli, co-
me da Vercelli giunge il giurista Niccolò Tarsi. La
Chronica latina Sa-
baudiae
fornisce qualche dato su queste presenze, dove s’impone per una
certa diffusione il
Tractatus moralis ad erudiendum principem Philibertum
Sabaudiae ducem
, del Tarsi, d’impianto rigorosamente scolastico, ove so-
no recuperati Aristotele, Platone, Cicerone, sant’Agostino, Seneca, la
Bibbia e pochi classici sporadicamente ricordati (Lucano, Terenzio, Ma-
crobio, Giovenale e Virgilio). Francesco Filelfo è autore, nell’ultimo ter-
zo del
xv
secolo, della
Instructione del ben vivere utilissima
, mentre si af-
faccia la figura di Gabriele Ferrari di Chieri, chiamato a corte da Carlo
I come insegnante e poeta.
184
Accanto a BSSS, 148, mi piace ricordare alcuni non rinunciabili studi del mio maestro
g. vinay
, tutti pubblicati in «BSBS»:
Gli ordinamenti di una scuola quattrocentesca
, in «BSBS»,
xxxv
(1933), nn. 3-4, pp. 1-14 dell’estratto;
Un frate cittadino del ’400
,
ibid.
,
xxxvi
(1934),
nn. 3-4, pp. 1-19 dell’estratto;
Riflessi culturali sconosciuti del Minoritismo subalpino
,
ibid.
,
xxx-
vii
(1935), nn. 1-2, pp. 1-14 dell’estratto;
Sul «Chronicon Parvum Ripaltae»
,
ibid.
,
xxxvii
(1935),
nn. 3-8, pp. 1-13 dell’estratto;
Il «Memoriale» di Secondino Ventura
,
ibid.
,
xxxix
(1937), nn. 2-
4, pp. 1-16 dell’estratto.