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Parte seconda La preminenza sulle comunità del Piemonte (1418-1536)
co al momento giusto, per sostenere le competizioni innescate all’interno
delle aree transalpine negli anni della riunificazione degli stati sabaudi.
In questo senso il profilo delle arti figurative che distingue Torino e
il ducato sabaudo nel
xiv
secolo, è legato alla situazione politica domi-
nata dalla presenza di Amedeo VIII, dalla sua committenza, dalla cir-
colarità di cultura che emergeva nelle collezioni ducali, dagli scambi con
le committenze ecclesiastiche e la mobilità dei gruppi dirigenti sabaudi,
fonte non trascurabile per gli aggiornamenti diramati. Le punte più al-
te ed elitarie confluivano nel clima orientato dalla corte, attenta a rin-
novare la cultura delle castellanie, presenti con linee forti. Altra aper-
tura nei centri urbani più moderni, in diretto rapporto con Torino, co-
me nel caso di Chieri.
Conoscitore agguerrito, Amedeo VIII fissa su questa linea i pro-
grammi legati agli interventi utilitari decisi per l’architettura, ma anche
i risultati che cambiavano il profilo delle cerimonie con gli apparati ef-
fimeri e avviavano la devozione religiosa verso prospettive inedite, di
sicura autonomia, decise con la miniatura, le oreficerie, le stoffe, gli sten-
dardi, gli affreschi.
Giusto in questo senso riconoscere Amedeo VIII non solo come un
mecenate, quanto piuttosto come un politico deciso a perfezionare le fi-
la diramate di un
patronage
sul punto di irrobustire il prestigio ducale
esibito in un disegno espansionistico sempre protagonista
185
.
Emerge su questa linea il centro della Biblioteca ducale, che afferma
con Amedeo VIII l’importanza della diramazione territoriale sabauda,
per l’intreccio di una cultura che si riconosceva nelle fila del gotico in-
ternazionale.
Sicuro il nodo di partenza, con i codici miniati ereditati dal duca di
Berry, con i confronti avviati verso le novità franco-fiamminghe, alter-
nate con gli acquisti precoci a Parigi, a Ginevra, in Lombardia.
Figlio primogenito di Amedeo VII, Amedeo VIII era inserito in una
cultura artistica prestigiosa. Nato nel castello di Chambéry il 4 settem-
185
Per le svolte storiche, decisive per gli innesti delle arti negli anni di Amedeo VIII, la bibliogra-
fia di base è stata riunita da
f. cognasso
,
sub voce
«Amedeo VIII di Savoia», in DBI, I, pp. 749-
53; per le fonti si veda
p
.
vayra
,
Le Lettere e le Arti alla corte di Savoia
, in «Miscellanea di Storia
Italiana», 1884. Per una discussione sul capitolo delle arti protagoniste negli anni dell’elezione di
Amedeo VIII al papato, cfr.
e. mongiano
,
Le missel de Félix V (Amedeo VIII de Savoie)
, in
a. pa-
ravicini bagliani
(a cura di),
Les manuscrits enluminés des comtes et ducs de Savoie
, Torino 1990,
pp. 105-8, e per una recente discussione sui problemi del mecenatismo negli anni di Amedeo VIII,
s. edmunds
,
Le patronage artistique de la Maison de Savoie à l’époque d’Amédée VIII
, in
b. anden-
matten
e
a. paravicini bagliani
(a cura di),
Amédée VIII - Félix V, premier duc de Savoie et pape
(1383-1451)
, Lausanne 1992, pp. 395-404. Per la celebrazione dinastica e i miti d’origine nelle
corti di Savoia, Monferrato e Saluzzo, cfr.
barbero
,
Corti e storiografia di corte
cit., pp. 249-77.