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Parte seconda La preminenza sulle comunità del Piemonte (1418-1536)
vide
, e altri con
Storie di Alessandro
. Nell’inventario del 1431, in anni in
cui la politica sabauda aveva in Italia un’importanza rilevante, si di-
stingue l’acquisto eccezionale di una camera in seta bianca, valutata nel
suo complesso 1100 lire; si segnala nell’inventario il numero dei ramo-
scelli che ornavano la coperta, ed erano ben 287, con la raffigurazione
di un terrazzo fiorito, al centro un albero in seta e oro, ornato con gli
stemmi dei Savoia. Altri apparati tessuti per la stessa camera presenta-
vano puttini, dame, alberi e frutti, cavalieri intenti alla musica, con flau-
ti e cetre
189
.
Se il capitolo degli arazzi e delle miniature inserisce Amedeo VIII
tra i grandi collezionisti, altrettanto significativo il repertorio della
«guardaroba». Era un campo importante, curato come
status symbol
di
primo piano. E non è difficile trovarne riflessi politici, in date precise,
per il matrimonio del duca e per quelli dei figli, o in occasione delle svol-
te che vedono Amedeo VIII ritirarsi a vita eremitica, con consiglieri ed
amici, nel castello di Ripaille. Singolare, fin dal 1393, la sua collezione
delle «huppelandes», abito elitario, con maniche ampie, a campana -
staccate erano anche offerte in dono –; altri elementi importanti la cin-
tura e il colletto alto; per l’inverno molte fodere in pelliccia, e ricono-
sciamo questi particolari del costume nelle miniature, che riflettono scel-
te meditate per i colori. Le varietà erano citate con precisione negli in-
ventari, indicando i tessuti e il tipo delle decorazioni, ad esempio le
qualità «toutes semés à branches de pomier», rialzate in oro. Le «hup-
pelandes» saranno sostituite dalla «robe», abito lungo con strascico, al-
ternato ad altre scelte per l’abito di foggia corta, con maniche larghe,
elaborato con ornamenti in oro, per visualizzare i nodi di Savoia, per
spighe o emblemi con il sole. Si alternavano, per questi corredi, rica-
matori richiesti a Ginevra, ad Avignone, a Lione e a Parigi. E sono an-
cora gli inventari e le miniature a farci conoscere un altro abito tipico
dell’ambiente di Amedeo VIII, la «huche», la «ucca», una corta giacca
senza maniche e senza cintura; era ornata con inserti raffinati e sono ri-
cordati esempi «sevés toutes de broderie et d’orfevrerie».
Cure particolari per il mantello: nel tipo da viaggio, a campana e con
cappuccio, foderato in pelliccia, con martore ed ermellini, pregiati più
del camoscio, tanto consueto; oppure con rivestimento in velluto o in
broccato provenienti dalle Fiandra. Attentamente valutato da Amedeo
VIII, come
status symbol
protagonista, il cappello, con varietà in lana
spessa o in paglia, o in tessuto ricavato dal tiglio, ma anche in piume.
189
Per confronti con gli arazzi di Parigi e altri della corte dei Berry, cfr.
j. guiffrey
,
Histoire
de la tapisserie
, Paris 1878-84.