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Parte seconda La preminenza sulle comunità del Piemonte (1418-1536)

La presa di posizione rigorista che suggeriva questi soggetti coinvolgeva

gli ordini religiosi, e toccherà lo stesso Amedeo VIII, con scelte che avreb-

bero innescato risultati riconoscibili, come segni tipici del gotico interna-

zionale penetrato alla corte ducale

194

.

Con queste alternative, si distingueranno gli affreschi di Jaquerio

nella precettoria di Sant’Antonio di Ranverso, e nell’ambiente ducale

le miniature di Bapteur per il codice dell’Apocalisse, passato all’Esco-

rial oltre alla scultura lignea che dimostrava le nuove linee della devo-

zione moderna. Sarà evidente in questo senso lo stacco dalla tradizione

sostenuta dagli arazzi delle collezioni ducali, testimonianza della cultu-

ra franco-fiamminga radicata alle corte dei Berry e dei Borgogna. An-

che di fronte a questi precedenti, di eccezionale qualità e fascino, Ame-

deo VIII riuscirà ad individuare una linea diversa, che si individua per

tempo, agli inizi della sua presa di potere, nella direzione avviata da Ja-

querio.

Il pittore Giacomo era stato coinvolto agli inizi a Torino con il pa-

dre Giovanni, già attivo con lavori importanti come il «Codice delle Ca-

tene» del 1360, per la municipalità, con la miniatura dedicata ai santi

protettori della città

195

; nel 1403 era con molte probabilità, attivo per

lavori nel castello, alla Porta Fibellona, commissionati dal principe Lu-

dovico d’Acaia

196

. Nel 1411 aveva lasciato Torino richiesto a Thonon da

194

Per la presenza del rigorismo religioso all’interno della predicazione negli anni di Amedeo

VIII,

l. binz

,

Les prédications «hérétiques» de Baptiste de Mantoue à Genève en 1430. Pour une his-

toire qualitative

, in

Mélanges Sven Stelling-Michaud

, Genève 1976, pp. 15-34.

195

Per il «Codice delle Catene», cfr.

Torino e i suoi Statuti

cit.

196

Per notizie su Giacomo Jaquerio e la sua famiglia,

f. rondolino

,

La pittura torinese nel Me-

dio Evo

, in «Atti della Società di Archeologia e Belle Arti per la Provincia di Torino»,

vii

(1897-

1898), fasc. 3, 1901, pp. 211-17;

bruchet

,

Le Château de Ripaille

cit., pp. 78, 447-48, 452;

c.

bertea

,

Gli affreschi di Giacomo Jaquerio nella chiesa della Abbazia di Sant’Antonio di Ranverso

,

in «Atti della Società di Archeologia e Belle Arti per la provincia di Torino»,

viii

, fasc. 3, 1914,

pp. 194-207;

a. cavallari murat

,

Considerazioni sulla pittura piemontese verso la metà del sec.

xv

,

in «BSBS»,

xxxviii

(1936), pp. 43-79;

n. gabrielli

,

Un dipinto su tavola di Giacomo Jaquerio

,

ibid.

, 1941, pp. 197-201;

a. m. brizio

,

La pittura in Piemonte dall’età romanica al Cinquecento

, To-

rino 1942;

r. carità

,

La pittura del ducato di Amedeo VIII

, in «Bollettino d’Arte»,

ii

(aprile-giu-

gno 1956), pp. 109-27;

ibid.

,

iii

(luglio-settembre 1956), pp. 200-6;

a. griseri

,

Nuovi riferimenti

per Giacomo Jaquerio

, in «Paragone», 1959, n. 115, pp. 18-35;

ead

.,

Percorso di Giacomo Jaque-

rio

,

ibid.

, 1960, n. 129, pp. 3-16;

l. mallè

,

Le arti figurative in Piemonte

, in

Storia del Piemonte

cit.;

a. griseri

,

Nell’area di Jaquerio e di Bapteur

,

ibid.

, 1963, n. 161;

ead

.

Jaquerio e il realismo

gotico

cit.;

m. g. paolini

, Recensione a

griseri

,

Jaquerio e il realismo gotico

cit., in «The Art Bul-

letin», 1968, pp. 380-84;

e. castelnuovo

,

Giacomo Jaquerio e l’arte nel ducato di Amedeo VIII

,

in

castelnuovo

e

romano

(a cura di),

Giacomo Jaquerio e il gotico internazionale

cit., pp. 30-57;

a. griseri

,

Ritorno a Jaquerio

,

ibid.

, pp. 3-29;

a. baudi di vesme

,

L’Arte in Piemonte

, IV, Torino

1982, pp. 1161-1167;

e. castelnuovo

,

Postlogium jaquerianum

, in «Revue de l’Art»,

lii

(1981);

id

.,

La pittura di Giacomo Jaquerio

, in

castronovo

(a cura di),

Storia illustrata

cit.;

a. griseri

,

Sa-

cro/Profano. A Ranverso in margine a una traccia di documenti dal 1396 al 1499

, in «Studi Pie-

montesi»,

xxiii

(1994), fasc. 2, pp. 289-302.