

A. Vesme e F. Carta, riprese e accresciute in anni moderni con le ricer-
che di Sheila Edmunds
199
.
Siamo di fronte a un capitolo importante, che misura una svolta eli-
taria e raffinata, un’alternativa robusta rispetto ai radicali interventi di
Jaquerio per gli Antoniani, a Ranverso. Con Bapteur risalta una cultu-
ra moderna, un nuovo ritmo narrativo che teneva il passo con i pensie-
ri della predicazione, allora orientata verso profili escatologici che avreb-
bero creato una base sicura per le ambizioni di Amedeo VIII, rivolte
all’ascesa al papato.
Per indirizzare la cultura di Bapteur, il duca lo aveva inserito in un
«grand tour» che risulterà decisivo, per tanti scambi di scultura. Nel
1428, negli stessi anni della commissione del manoscritto dell’Apoca-
lisse, una rara e significativa testimonianza documenta infatti un lungo
viaggio del miniatore, fortunatamente registrato negli archivi di corte.
Conosciamo così le tappe di questo itinerario esemplare, durato 108 gior-
ni, che aveva visto Bapteur, inviato di Amedeo VIII quale accompa-
gnatore di Manfredo di Saluzzo maresciallo di Savoia, incaricato di
un’ambasciata presso il duca di Milano. Il viaggio aveva avuto inizio il
29 aprile da Torino a Vercelli e Novara (2 maggio), dal 4 al 7 maggio a
Milano, dal 7 all’11 maggio da Lodi a Crema e Cremona, il 12 a Man-
tova, il 16 a Padova, il 18 e il 19 a Venezia, il 22 a Ferrara, dal 23 al 25
a Bologna, dal 29 al 30 a Firenze, il 1° giugno a Siena, dall’8 al 26 giu-
gno a Roma; e qui aveva appuntato anche il Colosseo, inserito con mol-
ta evidenza in una delle miniature dell’Apocalisse; al ritorno Bapteur si
era fermato il 15 luglio ancora a Bologna, l’11 e il 18 a Pavia, il 26 lu-
glio l’arrivo a Pontestura
200
.
I pagamenti per le miniature del manoscritto si erano susseguiti fino
al 1434, indicando chiaramente le spese «pro operando de nocte», con
somme per la cera destinata alle candele; altri dati importanti ci rivela-
no che Bapteur era pagato per le scene miniate, le «istorias apocalicie
domini», mentre Peronet Lamy lo affiancava per le miniature dei fregi.
Quanto agli orientamenti di cultura, in qualità di pittore ducale Bap-
teur aveva attinto ai centri conosciuti con Amedeo VIII, passando a
Thonon e a Ginevra, dove era attivo lo stesso Jaquerio. Ne erano deri-
vati scambi e intrecci, anche se continueranno ad essere chiare le linee
delle due personalità. Nel caso di Bapteur, il codice dedicato all’Apo-
La vita e le istituzioni culturali
671
199
Cfr.
edmunds
,
The Missals of Felix V
cit.;
ead
.,
New Light on Bapteur and Lamy
cit.;
ead
.,
The medieval library
cit.;
ead
.,
Le patronage artistique
cit.
200
Il riferimento è al decisivo contributo archivistico di
edmunds
,
New Light on Bapteur and
Lamy
cit., pp. 501-54.