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Parte seconda La preminenza sulle comunità del Piemonte (1418-1536)

calisse, con i suoi significati emblematici, dimostra il ducato legato ai

grandi temi dibattuti nei concili, inseriti nel clima della crisi religiosa

che avrebbe portato al ritiro di Amedeo VIII a Ripaille, come eremita,

con sette confratelli; per le stesse ragioni, quel monastero, fortezza del-

la devozione strategica, avrà una fisionomia neomistica ispirata alle set-

te chiese dell’Apocalisse; qui crescerà il programma del duca, in primo

piano nella lotta religiosa contro il papa Eugenio IV, fino alla sua can-

didatura come antipapa. Il manoscritto dell’Apocalisse, interrotto nel

1433 per il ritiro a Ripaille, seguirà Amedeo VIII nel suo eremitaggio e

sarà continuato dal 1486 con le miniature di Jean Colombe.

Il codice rivestiva significati che andavano molto al di là di una com-

missione erudita destinata alla biblioteca di corte; in questo senso il li-

vello inventivo aveva innescato un segno icastico, di grande novità per

le stesse fisionomie protagoniste e i caratteri del racconto; un’attenzio-

ne diretta era ravvicinata ai costumi della corte, inseriti nel clima che

visualizzava con scorci attuali la fonte autorevole del testo di san Gio-

vanni. Di qui il paesaggio intenso, a lume naturale, che aveva incluso

addirittura la veduta romana con il Colosseo, ma soprattutto la novità

di cieli azzurri, di marca fiamminga, con ricordi dalle miniature del Mae-

stro del

Roman de la Rose

, un naturalismo filtrato con un segno robu-

sto, tanto oltre le sottili indagini epidermiche della miniatura viscontea,

caratterizzata dal così detto «ouvraige de Lombardie».

Con altra direzione, lo stile di Bapteur puntava su una corposità che

superava il segno del Maestro di Bedford e del Maestro di Boucicaut,

toccando l’area tipica della miniatura borgognona; l’intensità dramma-

tica decideva una svolta sicura nella tradizione del codice miniato: su

questa linea, importante che fosse Amedeo VIII a sostenere quest’aper-

tura, in coincidenza con le esigenze del suo pensiero politico-religioso.

A questo punto del

curriculum

di Bapteur, è stata inserita la tavola

con la

Crocifissione

, ora al Museo Civico di Torino

201

, per cui è stata sot-

tolineata la stretta aderenza al clima degli anni 1440, al naturalismo li-

rico dell’Apocalisse. Tornano gli stessi profili intensi, le mani appunti-

201

Cfr.

griseri

,

Nell’area di Jaquerio e di Bapteur

cit., pp. 11-12;

ead

.,

Jaquerio e il realismo goti-

co

cit., pp. 36-38;

c. sterling

,

Etudes savoyardes I: au temps du duc Amédée

, in «L’Œil»,

clxxviii

(1969), pp. 1-19;

ibid.

,

Supplément

,

cxcv-cxcvi

(1971), pp. 14-19;

griseri

,

Una proposta per Bapteur

e anche per Jaquerio

cit., pp. 177-180; per ulteriori discussioni sulla iconografia proposta a Bapteur,

l.

bellosi

,

Recensione a Giacomo Jaquerio e il gotico internazionale

, in «Prospettiva», 1980, n.

20, pp. 89-93;

c. sterling

,

L’influence de KonradWitz en Savoie

, in «La Revue de l’Art», n. 71 (1986),

pp. 17-32;

g. romano

,

Momenti del Quattrocento a Chieri

, in

m. di macco

e

g. romano

(a cura di),

Arte del Quattrocento a Chieri. Per i restauri del Battistero

, Torino 1988, p. 19;

id

., in

s. pettenati

e

g. romano

(a cura di),

Il tesoro della Città. Opere d’arte e oggetti preziosi da Palazzo Madama

(ca-

talogo della mostra), Torino 1996, scheda 13, p. 14, con la proposta a Maestro Savoiardo, c. 1440.