

suo territorio, conteso ai Torinesi dai signori di Beinasco: è assai pro-
babile, quindi, che la maggior parte degli abitanti di Vico Manino fosse
stata attratta da quel centro incastellato
131
. Nel Cinquecento la «via
d’Vuimanino» si interrompeva in luogo disabitato, ma una cascina Vi-
manino esiste ancora oggi a sud di Stupinigi, ultima tenace testimonianza
della tradizione toponimica e insediativa dell’antico villaggio. Poco lon-
tano di là il nome del «fosso Donaglie» ha tramandato sino a noi me-
moria dei «fines Donaye», indizio anch’essi di un altro piccolo centro
abitato forse inglobato a suo tempo da Stupinigi
132
.
Sulla sponda destra del Sangone correva la «strada vecchia da Mon-
calieri a Rivoli» attraverso la quale i mercanti astigiani diretti in Fran-
cia potevano aggirare Torino eludendo così il pagamento dei consueti
pedaggi
133
; la sua esistenza doveva perciò dare particolarmente fastidio
alle autorità cittadine che, non potendo controllarla come avrebbero vo-
luto, non perdevano occasione per disturbare almeno il regolare svolgi-
mento del traffico. Nel 1272, ad esempio, agenti torinesi arrestarono,
proprio nelle vicinanze di Drosso, quattro uomini di Moncalieri prove-
nienti da Rivoli sequestrando loro la merce e gli animali da trasporto;
sempre «ultra Droxium» nel 1281 avvenne, con la partecipazione degli
uomini di Moncalieri, il clamoroso furto di un intero gregge di pecore
appartenenti ai monaci di Lucedio; né simili incidenti furono meno fre-
quenti nei secoli successivi
134
.
Fra Drosso e Beinasco «citra Sangonum» si snodava invece la stra-
da detta di Santa Maria, «qua venitur de Beynasco Taurinum»; là, fra
prati e vigne, spiccavano nella pianura alcuni
montarucii
di terra appunto
elevati per segnare il confine, frequente oggetto di controversia fra il co-
mune di Torino e i signori di Beinasco, vassalli della città più teorici che
La città e il suo territorio
53
131
g. b. rossano
(a cura di),
Cartario della prevostura poi abazia di Rivalta Piemonte fino al 1300
,
Pinerolo 1912 (BSSS, 68), p. 22, doc. 23 (8 aprile 1190): terra «prope puteum de Vico Manino cui
coheret strata et via de Orbazano»; p. 193, doc. 165 (9 marzo 1267): beni a
Vicus Maninus
; p. 245,
doc. 206 (7 maggio 1295): «in vico Manino, cui coheret finis Vicinovi […]»: «in tecto Vici Mani-
ni»; ASCT, Carte Sciolte, n. 2897: sentenza del 1° maggio 1294 contro Enrico di Piossasco ac-
cusato del sequestro di pecore in Vicomanino, da lui considerato in territorio di Beinasco. Sul ca-
stello di Beinasco cfr.
g. morello
,
Dal «custos castri Plociaschi» alla consorteria signorile di Piossa-
sco e Scalenghe (secoli
xi-xiii
)
, in «BSBS»,
lxxi
(1973), pp. 5-87, soprattutto pp. 50-51.
132
Rispettivamente:
bonardi
,
Castelli e dimore patrizie
cit., p. 281: riproduzione di schizzo to-
pografico del
xvi
secolo;
Carta d’Italia
, Istituto Geografico Militare, foglio 68, tavoletta
iv
N.E.,
Vinovo, rispettivamente a sud e a ovest della Villa Reale di Stupinigi; per i «fines Donaye» cfr.
sopra, nota 124.
133
Cfr.
settia
,
Fisionomia urbanistica
cit., p. 817 (testo corrispondente alla nota 93).
134
Rispettivamente: BSSS, 65, pp. 291-92, doc. 288 (1° e 3 maggio 1272); p. 326, doc. 312
(28 ottobre 1281). Per altri incidenti simili cfr. ASCT, Carte Sciolte, n. 2897 (citato sopra, alla
nota 131); n. 3032 (citato sopra, alla nota 130);
gabotto
,
Inventario
cit., p. 398, n. 1071 (2 set-
tembre 1352); p. 451, n. 2128 (28 ottobre 1371).