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Alla fortificazione di Drosso sembra dunque corrispondere il paralle-

lo «declassamento» di

Villanova

e la scomparsa del suo castello. L’opera-

zione dovette essere frutto di una scelta fatta dai suoi possessori sulla ba-

se di precise motivazioni che però, con i soli dati oggi disponibili, non è

più possibile ricostruire. Una volta decisa la costruzione di un castello a

Drosso non era comunque conveniente, nell’economia di un possesso uni-

tario, mantenere in efficienza due diverse fortezze: la fine del castello di

Villanova

fu così segnata, senza che tuttavia si conosca una sua sistema-

tica distruzione; la memoria locale ne conservò anzi a lungo il ricordo

146

.

È difficile anche dare conto dell’improvviso mutamento toponimico

da

Villanova

a

Burgaratus

, che sembrerebbe avvenuto – in modo del tut-

to innaturale – senza lasciare alcuna traccia della situazione e della de-

nominazione precedenti.

Burgaratus

è uno dei diminutivi di

burgus

che,

per quanto notevolmente diffuso nella toponomastica

147

, non sembra a

prima vista avere alcun rapporto con

Villanova

; un indizio è tuttavia of-

ferto dal documento con il quale nel 1251 i tutori di Peronino – figlio

minorenne di «Guilielmus de Villanova qui dicebatur Sire» – alienaro-

no metà del luogo e del castello ai monaci di Staffarda. L’atto venne sot-

toscritto da «Guibertus filius quondam Arnaldi Vaschi de Bulgaro», si-

gnore cioè di Borgaro Torinese, parente prossimo del venditore

148

: la me-

desima famiglia dominava dunque contemporaneamente a Borgaro e a

Villanova

. Il ricordo delle due località come poli di una medesima si-

gnoria, tradizionalmente legata da obbedienza al comune di Torino, ri-

sulta anzi ancora presente nella memoria di un teste che depone nel 1319

in una controversia fra il comune stesso e i monaci di Staffarda per la

grangia di Drosso: egli affermava infatti di aver sentito dire che, da cin-

quant’anni in qua, i villaggi circostanti erano soggetti alla città e, in spe-

cie, i signori di Borgaro e di Altessano facevano esercito e cavalcata per

il comune di Torino, e la grangia di Drosso aveva l’obbligo di mantene-

re un cavallo da guerra «per la donazione fatta da Sire di Villanova a

quella grangia»

149

.

La città e il suo territorio

57

per la datazione e prima attestazione documentarie del castello

bonardi

,

Castelli e dimore patrizie

cit., p. 271, nota 16, e la descrizione alle pp. 275-77.

146

Cfr.

g. casalis

,

Dizionario geografico, storico, statistico, commerciale degli Stati di sua maestà

il re di Sardegna

, XXVI, Torino 1835,

sub voce

«Borgaretto», p. 589: «ivi nei tempi andati sorge-

va pure un castello».

147

Cfr.

g. d. serra

,

Contributo alla storia dei derivati di «burgus»: «borgale», «borgaria», «bor-

garo»

, in

id

.,

Lineamenti di una storia linguistica dell’Italia medioevale

, III, Napoli 1965, pp. 133-

134.

148

BSSS, 12, pp. 38-39, doc. 418 (12 agosto 1251).

149

ASCT, Carte Sciolte, n. 3034, pergamena che registra testimonianze in data 23 settem-

bre 1319.