

60
Parte prima Declino economico ed equilibrio istituzionale (1280-1418)
la quale occorrono tre paia di buoi
156
, ben difficilmente possedute da
una sola famiglia. A Drosso, con la sua appendice di Borgaretto, e al
nucleo di Viboccone, si venne in seguito ad aggiungere anche l’abitato
di Lucento.
Le az i ende for t i f i ca t e .
Lucento da «casa forte» a centro abitato.
Nella
Campanea
, che circondava a largo raggio la città, sopravviveva-
no larghe isole di incolto nelle quali, durante gli ultimi due secoli del me-
dioevo potenti gruppi familiari si erano ritagliati patrimoni, spesso di ori-
gine ecclesiastica, costituiti da terre ancora da valorizzare. Come nell’al-
ta pianura del Po, e in altre zone del Piemonte che offrivano condizioni
analoghe, anche l’area torinese ben si prestava, dunque, all’impianto di
aziende fortificate che, se da un lato si presentavano come semplici nu-
clei di gestione agricola, dall’altro manifestavano non di rado la tenden-
za a divenire «castelli» e ad affermarsi come centri di potere signorili au-
tonomi, giocando sia sulla loro posizione periferica rispetto alla città e ad
altre signorie, sia sull’incertezza giuridica delle vaste terre che a esse fa-
cevano capo
157
. Così appunto avvenne per la «domus fortis» di Lucento.
Se è vero che nella
Campanea
non esisteva alcun centro abitato, nel
xiii
secolo essa non doveva comunque essere del tutto vuota: l’attesta-
zione di un Guglielmo
de Luçent
, presente in Torino nel 1227, lascereb-
be infatti intendere che sin d’allora l’area oltre la Dora contava qualche
abitante
158
. È certo, in ogni modo, che da tempo anteriore al 1340 a Lu-
156
Per l’azienda posseduta dai Beccuti a Viboccone cfr. oltre, p. 66, testo corrispondente al-
le note 172-73; per l’
airale
di Giacomino Provana: ASCT, Coll. V, Estimo dell’anno 1349, n.
1022, Dor., c. 39
r
; per la
domus
di Giovanni Cravino ASCT, Coll. V, Estimo dell’anno 1363, n.
1031, Dor., c. 2
v
;
r. reyneri
,
Il comune di Torino e i suoi ordinati del 1351 e 1352
, dattiloscrit-
to presso il Dipartimento di Storia dell’Università di Torino, rel. G. Tabacco, a. a. 1973-74, Ap-
pendice, p.
xci
(24 agosto 1351): «roida» ordinata agli abitanti di Grugliasco, Drosso e «illi qui
morantur in Vico Bochono».
157
Sullo sviluppo di aziende fortificate nelle campagne:
a. a. settia
,
Tra azienda agricola e for-
tezza: case forti, «motte» e «tombe» nell’Italia del Nord. Dati e problemi
, in «Archeologia medieva-
le»,
vii
(1980), pp. 49-50;
r. comba
,
Immagini e realtà: l’affermazione di un nuovo modello di habi-
tat rurale fra
xii
e
xvi
secolo
, in
id
.,
Metamorfosi di un paesaggio rurale. Uomini e luoghi del Piemon-
te sud-occidentale fra
x
e
xvi
secolo
, Torino 1983, pp. 135, 179-86, e, più in generale,
id
.,
Tours et
maisons fortes dans les campagnes italiennes: état présent des recherches
, in
m. bur
(a cura di),
La mai-
son forte au moyen âge
, Paris 1986, pp. 317-23.
158
BSSS, 65, p. 108, doc. 113 (21 ottobre 1227). Potrebbe però anche trattarsi di persona in-
dicata dal nome di una sua proprietà e non dal luogo in cui risiedeva. Ci limitiamo qui a riassume-
re il lavoro di
s. benedetto
,
Una rifondazione signorile nel territorio di Torino alla fine del Trecento
,
in «Studi Storici»,
xxxii
(1991), pp. 87-95.