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Parte seconda La preminenza sulle comunità del Piemonte (1418-1536)
svilupparono, secondo lo schema consolidato, nel corso di tutto il seco-
lo ed ancora in quello seguente. Non per nulla l’attenzione degli ammi-
nistratori verso i catasti non diminuì, anzi trovò momenti di interventi
decisi.
Pare addirittura di cogliere un’attenzione particolare verso i beni dei
cosiddetti forensi, cioè di coloro che, pur avendo possessi terrieri nel
territorio torinese, abitavano altrove. È interessante ritrovare anche nel-
la taglia la tendenza a perseguire soprattutto i forestieri. Fra i volumi
dei catasti torinesi ancora oggi conservati, come detto, nella quasi tota-
lità, quello dedicato ai beni di «forensi» è presente soltanto a far tem-
po dal 1415, ma poi fu rivisto e riscritto almeno per ben quattordici vol-
te sino al 1523. Eppure i catasti, prima e a far tempo dal 1349, erano
stati rifatti in modo completo almeno sei volte.
Con la certezza delle gabelle si svilupparono tecniche finanziarie più
precise. Infatti, la certezza di flussi monetari costanti, garantiti dalla
vendita agli appaltatori con ammontare prestabilito, rendeva possibile
l’utilizzo della formula della delegazione del cespite. In caso di neces-
sità la città era in grado di procurarsi denari in quantità apprezzabile,
garantendo il pagamento delle rate di interesse di censi e prestiti con il
gettito delle gabelle. Il processo di assimilazione di queste tecniche fu
abbastanza progressivo, tanto da giungere alla codificazione nei primi
anni del Cinquecento ed essere pienamente sfruttato nel corso di que-
sto secolo.
La documentazione più completa delle regole sulle gabelle e delle pos-
sibilità che esse offrivano è disponibile nell’
Ordinato
del 1° ottobre
1515, contenente i contratti di appalto di tutte le gabelle e tutti i servi-
zi e, soprattutto, i capitoli di tutte le gabelle e di tutti i servizi: «gabel-
la grossa, gabella minuta col pedaggio del sale, gabella di Grugliasco, Se-
greteria, Sabloneria e suoi emolumenti, banchi della piazza, pesi e mi-
sure»
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. Il 3 ottobre 1515 furono riportati i «capitoli delle navi del porto
di Stura», il 16 ottobre «l’affittamento del postribolo», il 27 ottobre «i
capitoli per la manutenzione del ponte di Dora e delle quattro porte del-
la Città».
In ordine di importanza, secondo i contratti del 1515, dovevano ot-
tenersi i seguenti introiti: per la gabella grossa 6700 fiorini, per la ga-
bella minuta 575 fiorini, per la gabella di Grugliasco 375 fiorini, per la
Segreteria 140 fiorini, per la Sabloneria 80 fiorini, per i banchi della piaz-
za 47 fiorini e per i pesi e misure 25 fiorini. Secondo i calcoli del Chiau-
24
ASCT,
Ordinati
, 95, cc. 32-47.