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Parte seconda La preminenza sulle comunità del Piemonte (1418-1536)

2.

Strade, ponti, attrezzature alberghiere: un problema fondamentale.

Le s t rut tur e r i ce t t i ve .

L’importanza di Torino quale città di transito sui percorsi stradali

che collegavano la pianura padana con la Francia comporta necessaria-

mente l’esistenza di strutture ricettive in grado di accogliere i viaggia-

tori, di ospitare le loro cavalcature e di ricoverare i loro beni. Non ap-

pare pertanto sorprendente il fatto che, sin dalla metà del Trecento, sia

attestata la presenza di un numero significativo di esercizi di tipo al-

berghiero. Si tratta perlopiù di locande fornite di un minimo numero di

letti, la cui struttura materiale non differisce da quella delle altre case

circostanti, e la cui limitata capacità ricettiva costringe la città a ricor-

rere ai privati cittadini per il prestito di letti, materassi e biancheria al-

lorché si presenta l’eventualità di dover ospitare qualche comitiva nu-

merosa e importante

30

.

Gli alberghi, peraltro, non costituiscono l’unica possibile scelta per

i viaggiatori che debbono cercare vitto e alloggio a Torino. La città, in-

fatti, è ricca anche di quelle strutture ospitaliere, a mezza via fra l’ospe-

dale e l’ospizio, spesso gestite da enti religiosi, che possono offrire

un’alternativa ai viandanti che si accontentano di una sistemazione più

spartana.

Mentre gli alberghi veri e propri si trovano tutti all’interno delle mu-

ra cittadine e generalmente nella zona del mercato, gli «hospitalia» so-

no preferibilmente distribuiti lungo le strade di accesso alla città e pres-

so le sue porte. Un censimento operato dal consiglio comunale nel 1378

ne elenca ben 12

31

. Prima della metà del secolo seguente, però, tali enti

probabilmente conoscono momenti di difficoltà gestionale, tanto che il

comune si propone di riorganizzarli. Particolarmente interessante è il

progetto formulato a questo scopo nel 1440, quando si propone di ri-

durre tutti gli «hospitalia» torinesi a due soli, uno entro la città e l’al-

30

Cfr.

m. t. bonardi

,

L’uso sociale dello spazio urbano

, in

comba

e

roccia

(a cura di),

Torino

fra Medioevo e Rinascimento

cit., p. 177 e, in questo stesso volume, il saggio di

a. barbero

,

I pro-

blemi della rete viaria e delle attrezzature alberghiere

, pp. 278-87.

31

ASCT,

Ordinati

, 19, f. 70

v

(settembre 1378):«Nomina hospitalium solitorum esse in Tau-

rino sunt hec: primo hospitale dompni qui bene indiget bono gubernatore; hospitale porte Secuxine;

hospitale Sancti Dalmacii; hospitale porte Phibellonis; hospitale Sancti Blaxii; hospitale domus

Humiliatorum; hospitale Madalene; hospitale Sancti Iacobi de Sturia; hospitale Sancti Saverii; ho-

spitale Sancte Marie Putey Strate; hospitale Sancti Solutoris maioris de Taurino; hospitale Sanc-

ti Andre iuxta portam Pusterlam».