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tro all’esterno delle mura, con l’obiettivo di renderli «magniffica et ho-

norabillia»

32

.

Per quanto riguarda gli alberghi veri e propri, la crisi demografica ed

economica della seconda metà del Trecento colpisce duramente anche il

settore ricettivo: numerose sono le attestazioni del progressivo ridursi

del numero di letti a disposizione presso i diversi esercizi

33

. Cionono-

stante nel 1415 risultano attivi a Torino non meno di 9 alberghi: tanti

sono infatti quelli fra cui vengono distribuiti gli 81 cavalli con i quali

giunge a Torino il principe d’Acaia

34

. Lo stesso numero di alberghi ri-

sulterebbe aperto anche nel periodo compreso fra il 1434 e il 1450: il

viaggiatore si potrebbe permettere la scelta fra le insegne del Cappello,

della Chiave, della Croce Bianca, del Cappel Rosso, dell’Angelo, del Fal-

cone, di San Giovanni, del Leone Rosso, di Sant’Antonio

35

. In realtà la

situazione è certamente assai fluida: il trapasso da normale casa di abi-

tazione ad albergo e la trasformazione di un albergo in una semplice ca-

sa costituisce certamente una possibilità praticabile e praticata nel caso

degli esercizi più piccoli, come ad esempio quello di Michele Daerio, che

nel 1440 dispone di una sola camera e di tre letti, per giunta inutilizza-

ti, ragione per cui il proprietario chiede un indennizzo al comune

36

. Co-

sì l’albergo di Sant’Antonio, situato in posizione favorevole, sulla via

principale nel quartiere di Porta Marmorea, nel 1464 è ritornato alla

funzione di casa di abitazione e ospita un notaio

37

. Una delle cause di

questo fenomeno è certamente la concorrenza fra i diversi esercizi, che

nei periodi di scarso afflusso di viaggiatori è con ogni probabilità parti-

colarmente dura: gli albergatori prendono infatti l’abitudine di manda-

re loro uomini fuori dalle mura incontro ai viaggiatori per convincerli a

scegliere il proprio albergo, esercitando una pressione che in molti casi

supera largamente i confini del lecito, se il comune, che peraltro non rie-

sce a stroncare il fenomeno, interviene a più riprese per garantire libe-

ra scelta ai viaggiatori ed evitare subornazioni

38

. Non mancano forme di

La classe dirigente e i problemi di una città in crescita

745

32

ASCT,

Ordinati

, 69, ff. 143

r

-

v

(6 marzo 1440); cfr. anche ASCT,

Ordinati

, 70, ff. 73

r

-75

r

(9 febbraio 1442), 76

r

-77

r

(9 marzo 1442).

33

Cfr., in questo stesso volume, il saggio di

barbero

,

I problemi della rete viaria e delle attrez-

zature alberghiere

cit.

34

ASCT,

Ordinati

, 55, ff. 41

r

.

35

Cfr.

u. gherner

,

La frequentazione del «castrum Porte Phibellone» (fine

xiii-xv

secolo)

, in

s.

pettenati

e

r. bordone

(a cura di),

Torino nel basso medioevo: castello, uomini, oggetti

, Torino 1982,

p. 41.

36

ASCT,

Ordinati

, 69, f. 178

v

(29 settembre 1440).

37

ASCT, Marm. 1464, f. 36

v

.

38

ASCT,

Ordinati

, 72-75, ff. 15

v

-16

r

(9 novembre 1448), 188

r

-

v

(24 aprile 1452); 76, ff. 86

v

-

87

r

(18 dicembre 1454); 78, f. 79

v

(12 febbraio 1462).