

so, l’Angelo, il Falcone, altri sono probabilmente di recente fondazio-
ne, come il Montone, il cui proprietario, originario di Bairo nel Cana-
vese, chiede di ricevere la cittadinanza nel 1529
42
. Altri ancora com-
paiono fuggevolmente nelle fonti, come quella locanda dei Tre Mori,
mai citata in precedenza, che nel 1466 ospita a spese del castellano il
francese Pietro le Verrier, o come la locanda della Campana, nella qua-
le nell’agosto del 1523 viene ritrovato morto un appestato
43
.
I nuovi alberghi citati nelle fonti a cavallo fra Quattro e Cinquecento,
come quello di San Giorgio, o quello delle Chiavi, hanno ormai poco in
comune con quelle strutture dotate di due o tre letti incontrate all’ini-
zio del
xv
secolo: sono costruzioni di notevoli dimensioni e complessità,
dotate di numerosi annessi, quali stalle, cantine e botteghe. Oddone
Rosso di Beinasco, che ha rilevato l’albergo dell’Angelo dai Parachini,
nel 1510 vi esercita il commercio del sale e di altri generi di prima ne-
cessità, ha appena terminato di costruirvi una bottega e già si accinge a
fabbricare una nuova tettoia
44
. L’albergo delle Chiavi, poi, comprende
addirittura cinque botteghe
45
. Così, quando nel 1516 si svolge a Chieri
la congregazione generale dei Francescani ed essi chiedono aiuto al co-
mune di Torino per avere in prestito alcuni letti, il consiglio comunale
non ha problemi a prenderne in affitto addirittura dodici tutti insieme
da una sola persona, Guidetto Richetti
46
.
Il livello sociale delle famiglie di albergatori, mai troppo modesto,
dal momento che la disponibilità di letti, materassi, coperte e bianche-
ria in una società caratterizzata dall’estrema penuria di beni materiali
presuppone un investimento assai importante, appare ulteriormente ele-
varsi. Vi sono famiglie, come i de Colleto, la cui attività nel settore al-
berghiero può essere seguita per ben due secoli, si espande compatibil-
mente con la congiuntura generale e garantisce ai suoi componenti pro-
gresso sociale ed economico, tanto che due suoi componenti, fratelli e
proprietari dell’albergo del Cappel Rosso, godono nel 1523 dell’appel-
lativo di «nobiles»
47
. Ma non disdegnano di impegnarsi in tale attività
anche componenti della famiglia Borgesi, i quali, esattamente al centro
della città, conducono l’albergo dei Tre Re a cavallo, che occupa, fra
La classe dirigente e i problemi di una città in crescita
747
42
ASCT,
Ordinati
, 101, f. 17
v
(20 dicembre 1529).
43
CCT, rot. 109; ASCT,
Ordinati
, 100(2), f. 20
r
(31 agosto 1523).
44
ASCT,
Ordinati
, 91, ff. 3
r
-5
v
(14 febbraio 1510).
45
ASCT, Dor. 1488, f. 112
r
; Dor. 1523, f. 199
r
.
46
ASCT,
Ordinati
, 96, f. 12
r
(28 marzo 1516).
47
Sulle vicende della famiglia de Colleto cfr.
a. barbero
,
Un’oligarchia urbana. Politica ed eco-
nomia a Torino fra Tre e Quattrocento
, Roma 1995, pp. 199-201.