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Parte seconda La preminenza sulle comunità del Piemonte (1418-1536)

delle strade che lo interessano, ma allontana da esse le turbolenze e as-

segna ai duchi di Savoia il compito di garantirne la sicurezza. Divengo-

no così assai più rari incidenti come l’arresto di mercanti torinesi con il

conseguente sequestro delle loro mercanzie, cosa che avviene per l’ulti-

ma volta a Settimo nel 1423

56

. Episodiche manifestazioni di brigantag-

gio si verificano ancora intorno alla metà del secolo, ma il problema del-

la sicurezza delle vie d’accesso alla città pare sostanzialmente risolto fin

dai primi decenni del Quattrocento

57

.

Rimane invece irrisolto il problema di garantire l’agibilità dei per-

corsi stradali, piuttosto delicato dal momento che Torino è circondata

da corsi d’acqua dall’andamento fortemente irregolare e torrentizio, sca-

valcati da ponti il cui precario stato di conservazione costituisce una del-

le costanti e principali preoccupazioni degli amministratori cittadini.

In cima a queste preoccupazioni è naturalmente il ponte sul Po, che

per la sua lunghezza e per la portata del fiume è il più soggetto a inci-

denti e interruzioni. Esiste una ricca letteratura a proposito di questo

manufatto, ma le notizie riportate sono spesso fantasiose. Così non è

ben chiaro che struttura avesse all’inizio del Quattrocento e neppure

dove fosse esattamente posizionato, se ancora nei pressi della «bastita»

o già più a valle, dove verrà poi edificato il ponte napoleonico

58

. Alcuni

autori sostengono che tra il 1406 e il 1411 si sia provveduto a costruire

un ponte in pietra un poco più a valle del precedente ligneo, gravemen-

te deteriorato

59

. Le fonti non sembrerebbero autorizzare questa ipote-

si: non si ha notizia di lavori tanto significativi, mentre in quegli anni

si assiste al consueto stillicidio di piccole riparazioni, di preoccupazioni

per la tenuta del ponte, di dilazioni negli interventi, affidati ancora a

quel Martino Tintore che si occupa di essi da oltre un trentennio

60

. Gli

interventi citati nelle fonti, peraltro, sembrano fare costantemente ri-

ferimento a un manufatto ligneo e lo stesso Tintore è in effetti un car-

pentiere

61

.

56

ASCT,

Ordinati

, 62, ff. 35

r

-

v

(20 maggio 1423).

57

ASCT,

Ordinati

, 72-75, ff. 135

v

-137

r

(25 gennaio 1451).

58

Cfr.

v. alby

,

I ponti sul Po

, in «Torino. Rassegna mensile del Comune», 1931, pp. 37-46;

g. cagliero

,

I ponti di Torino

, in «Torino. Rivista bimestrale del Comune», maggio-giugno 1969,

pp. 30-38;

f. cognasso

,

Storia di Torino

, Firenze 1978, pp. 143-44;

g. cagliero

,

L’uomo, il ponte

e la scienza delle costruzioni

, in

Ponti di Torino

, Torino 1981, pp. 5-38.

59

alby

,

I ponti sul Po

cit., p. 39 e

cagliero

,

I ponti

cit., p. 33.

60

Si vedano, fra i numerosi esempi, ASCT,

Ordinati

, 47, ff. 123

v

-124

r

(10 ottobre 1406), 139

r

(22 novembre 1406); 48, ff. 38

r

-

v

(10 aprile 1407), 98

r

-99

v

(13 settembre 1407); 49, f. 60

v

(1° lu-

glio 1408); 50, ff. 50

v

-51

r

(29 maggio 1409); 52, f. 74

v

(6 settembre 1411).

61

Su Martino Tintore si veda, in questo stesso volume, il contributo di

barbero

,

I problemi

della rete viaria e delle attrezzature alberghiere

cit.