

nis, columbario et edifficiis». Ancora in età contemporanea l’azienda era
un «grosso ed antico edificio, in un angolo di cui evvi una torre», indica-
to come «Scaravello» dal nome dei suoi proprietari quattrocenteschi
174
.
Analogo ai complessi già ricordati, per quanto di origine non antica,
è sicuramente l’
airale
in possesso dal 1363 del ricco mercante Giovan-
nino Cravino, ubicato nell’«ultima fine» del territorio torinese verso
oriente, lungo la sponda sinistra della Dora. Come Vialba esso era for-
tificato e munito di una torre sulla quale il comune poneva in tempo di
guerra una sua vedetta, e allo stesso modo fu pesantemente coinvolto
nelle distruzioni belliche succedutesi nell’ultimo decennio del
xiv
seco-
lo cui seguì, nel 1398, la morte del Cravino. Non stupisce quindi di tro-
vare nel 1415 l’azienda nelle mani di altri proprietari indicata come «ay-
rale condam Iohannini Cravini dirupti»: essa, pur essendo sempre mu-
nita di una torre porta affiancata da un’entrata minore, contiene in quel
momento solo «tetti diroccati», e le terre dipendenti risultano incolte
perché non lavorate da oltre vent’anni.
La proprietà, dispersa fra i molti eredi del Cravino, fu riscattata e ri-
composta in un unico blocco per cura di un nuovo padrone, il facoltoso
mercante Michele Belliodi detto Mercandino (collegato al Cravino da
parentela non del tutto chiara); ecco quindi nel 1436 ricostruito il «pal-
lacium ayralis cum ayris, tectis, muris et eorum edifficiis intus existen-
tibus, cum fossatis et fortaliciis» e quasi 300 giornate di terre. Nel de-
cennio successivo esso viene semplicemente indicato come «ayrale Mer-
candini», ma la sua struttura fortificata appare immutata nel 1464 quando
l’azienda è oramai passata nelle mani di Gian Giacomo de Strata ed è
abitato in permanenza dal
masoerius
Giordano Duchi
175
.
Dietro la semplice denominazione di un rustico
airale
e all’idea di re-
sidenza civile, a prima vista implicita nelle voci
domus
e
palacium
, pos-
sono dunque nascondersi edifici fortificati non dissimili, nella sostanza,
da una
motta
, da una «domus fortis» o addirittura da un
castrum
: quali
potevano dunque essere i modelli mentali che presiedevano a una tale
La città e il suo territorio
67
174
Ai dati raccolti
ibid.
, pp. 101, 124-25 e da
benedetto
,
Forme e dinamiche del paesaggio ru-
rale
cit., p. 249, si aggiunga: ASCT, Nuova 1363, c. 33
v
: «ultra Duriam, loco dicto in Vialbex,
apud fossal dicti ayralis […] coherent fossata et ripagia»; Pust. 1363, c. 5
r
: «unum ayrale ultra Du-
riam in Viarbis cui coheret Duria». Per il preesistente
Castellacium
di Vialba cfr.
settia
,
Fisiono-
mia urbanistica
cit., p. 818 (testo corrispondente alla nota 96) e in questo capitolo, p. 89, testo cor-
rispondente alla nota 269.
175
I dati sono stati raccolti da
benedetto
,
Forme e dinamiche del paesaggio rurale
cit., pp. 249-
251 e nota 52;
barbero
,
Un’oligarchia urbana
cit
.
, pp. 105-6, 329-31.