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Parte prima Declino economico ed equilibrio istituzionale (1280-1418)

oscillazione? Senza voler affrontare la questione in modi che ci porte-

rebbero troppo lontano, ci limiteremo innanzitutto a rilevare che l’uso

di

domus

e di

palacium

per indicare un edificio fortificato non deve stu-

pire: tale è infatti la residenza signorile esistente nei castelli dell’Italia

settentrionale del

xii

e

xiii

secolo detta appunto

palacium

o

domus

176

; i

due termini si prestavano quindi, di per sé, a designare abitazioni simi-

li a quelle dei castelli.

Se poi circoscriviamo l’esame allo specifico campo delle aziende agri-

cole fortificate e all’area dell’attuale Piemonte nei secoli qui considera-

ti, gioverà innanzitutto il confronto con la vicina area chierese dove, ne-

gli ultimi decenni del

xiii

secolo, troviamo menzione di

tecta

muniti di

porte, di

casalia

e di

ayralia

«cum uno columberio» e «cum turrisella»;

spicca fra gli altri la «domus et castrum de Moxiis cum ayrale», que-

st’ultimo a sua volta «cum tectis et ayra». Una disposizione comunale

del 1328 raccomandava poi a tutti i possessori di «casalia in posse Che-

rii» di tenere in continuazione guardie «super eorum palaciis et torri-

bus quas habent in dictis casalibus»

177

.

Simile la situazione attestata nel contiguo territorio di Moncalieri

dove i catasti del 1351 denunciano l’esistenza di un «casale fossalatum»

(chiamato anche «casale sive motta») «cum tectis copertis paleis et cum

una porta murata et cum curte»; maggiori pretese aveva certo la

motta

del Sabbione, ricordata in precedenza come

castrum

, la quale, entro il

«fossatum ipsius motte», conteneva anche case a uno e a due piani. Nel

secolo successivo troveremo notizia del «palacium Vagnonorum» e del

«palacium de Darniellis», entrambi muniti di fossato e con abitazioni

rinserrate «in recepto dicti palacii»

178

. In altre zone una

motta

può es-

sere indicata anche con i nomi di

turris

,

bastita

,

domus fortis

o

castrum

(come a Lucento),

casale

,

palacium forte

179

.

Tali dati sono più che sufficienti per spiegare l’oscillazione fra

domus

,

176

Cfr.

a. a settia

,

Castelli e villaggi nell’Italia padana. Popolamento, potere e sicurezza dal

ix

al

xiii

secolo

, Napoli 1984, pp. 384-90.

177

Rispettivamente:

m. montanari

,

Demografia, urbanistica ed economia in un centro minore

dell’Italia occidentale. Chieri nella seconda metà del Duecento

, tesi di dottorato in Storia Medieva-

le, Firenze 1994, pp. 236-42;

p. brezzi

(a cura di),

Gli ordinati del comune di Chieri (1328-1329)

,

Torino 1937 (BSSS, 162), p. 119;

a. a. settia

,

L’incastellamento nel territorio chierese fra

xi

e

xv

secolo secondo le fonti scritte. Cenni

, Torino 1976, p. 19 (Quaderni della sezione Piemonte - Valle

d’Aosta, Istituto italiano dei castelli, 1).

178

Rispettivamente: BSSS, 192, pp. 200-1; Sabbione è nominato come

castrum

in BSSS, 65,

pp. 164-65, doc. 160 (27 marzo 1245): «castrum vero vel turrim vel domum […] sibi aperiet»;

set-

tia

,

Fortificazioni collettive

cit., p. 565, nota 144.

179

Cfr.

settia

,

Tra azienda agricola e fortezza

cit., pp. 34-36;

comba

,

Immagini e realtà

cit.,

pp. 137-40;

j. m. pesez

,

Maison forte, manoir, bastide, tour, motte, enceinte, moated site, wasserburg,

ou les ensembles en archéologie

, in

bur

(a cura di),

La maison forte au moyen âge

cit., pp. 331-39.