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casale

e

palacium

riscontrabile a Viboccone, simile anche per il Cravino,

che passa da

casale

a

palacium

, e l’alternanza di

airale

,

palacium

e

castrum

osservabile per l’

airale

«de Grassis». Inversa parrebbe la parabola com-

piuta da Vialba che regredisce da

castrum

ad

ayrale

passando però per

do-

mus

,

palacium

e

grangia

, forse ricordando che anche quella proprietà (co-

me Lucento e come Drosso) aveva un passato di dipendenza cistercense.

Nella nomenclatura delle aziende fortificate i notai torinesi disde-

gnano del tutto l’uso di

turris

e di

bastita

(nome quest’ultimo divenuto

specifico della fortificazione che proteggeva il ponte sul Po) e scarsa è

anche la fortuna di

motta

180

. Gli scribi del comune recarono, in com-

penso, un apporto originale utilizzando in accezione fortificatoria il ter-

mine

airale

con una frequenza altrove senza riscontro. Tale denomina-

zione, che aveva designato in modo del tutto appropriato l’azienda nel

suo stadio iniziale, quando svolgeva una funzione esclusivamente agri-

cola, continuò a essere usata benché le sue strutture materiali avessero

subito importanti mutamenti in senso difensivo. Gli «airali» fortificati

torinesi, anziché riprodurre un modello prefissato, erano il risultato di

una progressiva aggregazione di elementi che non ha lo scopo di modi-

ficarne le funzioni, ma solo di assicurarne la durata: l’apparato difensi-

vo, in altre parole, obbedisce a effettive necessità di sicurezza e non a

una semplice ricerca di prestigio; il permanere della denominazione di

«airale» manifesta perciò, in definitiva, la prevalenza degli aspetti fun-

zionali su quelli simbolici.

Almeno tre delle aziende di cui abbiamo esaminato le strutture so-

no ad un certo momento dotate di torre, sia pure in posizione e con fun-

zioni tra loro differenziate: a Vialba essa si trovava su un angolo dell’edi-

ficio, ed è ragionevole credere che non fosse un residuo del primitivo

castellacium

, ma il frutto delle ricostruzioni operate al principio del Quat-

trocento, un periodo nel quale appare provvisto di torre anche l’ospe-

dale extraurbano di Pozzo Strada. Al Cravino, al contrario, si trattava

di una classica torre porta entro la quale si aprivano, affiancati, gli in-

gressi carraio e pedonale; di una semplice torre «colombaia» era dotato

l’

airale

«de Grassis», priva perciò, in teoria, di ogni funzione difensiva,

ma andrà osservato che anche la torre di Vialba, specificamente costruita

per la difesa, viene chiamata nel 1488

columbarium

181

.

L’elemento più frequente, quale che fosse la forma e la denomina-

zione delle aziende, consiste nel fossato che le circonda, il quale andrà

La città e il suo territorio

69

180

Cfr. oltre, pp. 70-71, testo corrispondente alle note 184-89.

181

Per la torre di Pozzo Strada

cibrario

,

Storia di Torino

cit., II, p. 28; per la torre del Cra-

vino cfr. sopra, p. 67, testo corrispondente alla nota 175; per le torri dell’

airale

«de Grassis» e di

Vialba, cfr. sopra, pp. 65, 67, testo corrispondente alle note 170, 174.