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Parte prima Declino economico ed equilibrio istituzionale (1280-1418)
forse considerato presente anche là dove non sia espressamente men-
zionato
182
. Nulla sappiamo invece della motta di Doasio, che sarà lecito
immaginare – non diversamente da altre motte meglio conosciute – mu-
nita di una torre attorno alla quale si disponevano le abitazioni dei col-
tivatori e gli annessi agricoli
183
.
A parte il caso di Doasio – abbiamo detto – l’uso della denomina-
zione «motta» per designare un complesso rurale fortificato non pare
abbia avuto molta fortuna nell’area torinese. Vi troviamo attestate, è
vero, sin dal
xii
secolo, la «mota de Dodulis», e in seguito una «mota
Beldoris»; un’altra anonima
mota
risulta posta «inter viam Romeriam
et viam Colleascam»
184
, ma certo si trattava di semplici rialzi naturali
del terreno poiché in quell’epoca le «motte» in quanto aziende non era-
no ancora diffuse nella nostra regione. Tali rialzi potevano cambiare no-
me con il variare della proprietà come è documentato per la
mota
in pros-
simità della «via Colleasca». Risulta infatti che Umberto Ainardi prima
del 1228 aveva acquistato la terra del fu Giovanni
Moçascus
«in terri-
torio Taurini ubi dicitur ad Motam», insieme con altri terreni «iusta
stratam Pellerinam» e «ad Colleascam»: ecco quindi nel 1291 quell’ano-
nimo rilievo ormai indicato come «Mota Aynardi», e in seguito «Mota
Aynardorum»
185
.
La menzione della «Mota Aynardorum» continuò ad essere corren-
te nel
xiv
e
xv
secolo come riferimento toponimico per l’ubicazione di
terre (fossero o no degli Ainardi) senza tuttavia mai denominare in mo-
do esplicito un’azienda fortificata
186
così come avviene, nella stessa epo-
ca, per un’altra anonima motta
187
. Per quanto non sia possibile affer-
marlo con assoluta sicurezza, è lecito sospettare che quest’ultima sia la
stessa indicata, nei secoli precedenti, prima come «mota de Dodulis» e
182
Come avviene, ad esempio, per Vialba e per l’
airale
«de Grassis».
183
Cfr., in generale,
settia
,
Tra azienda agricola e fortezza
cit., e
comba
,
Metamorfosi di un pae-
saggio rurale
cit.
184
Rispettivamente: BSSS, 44, p. 69, doc. 45 (25 maggio 1175); p. 301, doc. 21A (14 luglio
1244); BSSS, 65, p. 49, doc. 57 (7 novembre 1193): «et predictam terram iacet prope motam».
185
g. borghezio
e
c. fasola
(a cura di),
Le carte dell’Archivio del Duomo di Torino (904-1300,
con appendice 1301-1433)
, Torino 1931 (BSSS, 106), doc. 44 (11 aprile 1228); pp. 72-82, doc. 4
(31 marzo 1231); p. 170, doc. 87 (1° dicembre 1291).
186
Cfr., ad esempio, ASCT, Pust. 1349, c. 2
r
: terre «ad Motam Aynardorum»; Dor., c. 57
r
:
terre di Giovanni Ainardi «ad Motam Aynarde». Dor. 1414, c. 24
r
: terre «ad Motam Aynardo-
rum»; 76
r
: terre di Stefano Ainardi «ad Motam Aynardorum»; 78
v
: terre di Matteo Ainardi
ibid
.
Cfr. anche
benedetto
,
Forme e dinamiche del paesaggio rurale
cit., p. 251;
barbero
,
Un’oligarchia
urbana
cit
.
, p. 106, dove si dà invece per scontato che la «Mota Ainardorum» fosse stata «molto
tempo prima una residenza fortificata in campagna».
187
Cfr., ad esempio, Nuova 1415, cc. 55
r
, 78
r
: terre «in primo fine, loco dicto ad Motam»;
Dor. 1415, c. 81
r.