

poi – a causa di un intervenuto mutamento di proprietà – come «mota
Beldoris». Parrebbe, in conclusione, che gli unici due siti del territorio
torinese noti col nome di
Mota
siano sempre i medesimi, sino agli ulti-
mi decenni del
xviii
secolo quando essi risultano occupati da cascine su-
burbane appunto denominate La Motta, rispettivamente collocate «lun-
go le strade del Gerbo dietro alla Cittadella» e «a destra della strada
d’Orbassano vicino alla chiesa della Crocetta»
188
.
Ritroveremo episodicamente il termine «motta» negli estimi torine-
si del 1415 in collegamento con il
Castellacium
dei Necchi in un’acce-
zione ancora diversa, ma anch’essa senza alcun rapporto con il concet-
to di azienda fortificata
189
. Aggiungiamo che una serie di piccoli rilievi
indicati come
Montaricie
segnava la Campagna a nord-ovest della città;
esse sono attestate dall’inizio del Duecento in poi sia «fra la Porta Mar-
morea e la chiesa di San Salvario», sia «fra la Porta Decumana e la stra-
da vecchia di Rivoli». È stato supposto – non sappiamo su quale fon-
damento – che si trattasse di collinette costituite da «rovine accumula-
te di pubblici monumenti ed edifici» di età romana. Le prime vennero
anche utilizzate, nel
xv
secolo, come luogo di sacre rappresentazioni,
funzione che ha fatto pensare a «tradizione antica di pubbliche solen-
nità»
190
; ma sarà meglio non ostinarsi a vedere a tutti i costi nelle
mon-
taricie
segni di antichità potendo semplicemente trattarsi di piccoli ri-
lievi naturali, o forse anche artificiali, elevati lungo un percorso strada-
le o per fungere da segni di confine, come i «monterutii lapidum» che
appunto indicavano in più punti i limiti comunali
191
.
Le aziende fortificate, per quanto prevalentemente poste ai margini
del territorio, non vanno naturalmente identificate
tout court
con l’or-
ganizzazione di difesa foranea. Questa disponeva di «bicocche» che tro-
viamo talvolta fra le coerenze dei terreni come designazioni toponimi-
La città e il suo territorio
71
188
Cfr.
a. grossi
,
Guida alle cascine e vigne del territorio di Torino e suoi contorni
, I, Torino
1790, p. 95, e per la localizzazione odierna
e. gribaudi rossi
,
Cascine e ville della pianura torinese
,
Torino 1970, pp. 81-82, 103.
189
Cfr. oltre, p. 84, testo corrispondente alla nota 243.
190
Cfr. rispettivamente: BSSS, 65, p. 63, doc. 73 (27 agosto 1206), e poi, ad esempio: ASCT,
Marm. 1349, c. 42
v
: terre «iuxta Montarucos […] coherent Montarucii»; Dor. 1415, c. 90
v
: ter-
re «loco dicto ad Montarucios cui coherent ipsi Montarucii». Le indicazioni topografiche e inter-
pretative riferite sono di
rondolino
,
Storia di Torino antica
cit., p. 344.
191
Cfr. BSSS, 138/1, p. 129 (confini verso Collegno): «usque ad quandam motam glenarum
[…] versus Duriam ad quendam monterucium lapidum et terre […] usque ad quendam alium mon-
tarucium lapidum et terre»;
serra
,
Lineamenti di una storia linguistica
cit., I, pp. 220 sgg., 233
(nota 9); cfr. inoltre sopra, p. 50, testo corrispondente alle nota 120 (
Doasium
) e p. 54, testo cor-
rispondente alle nota 135 (Drosso).