Table of Contents Table of Contents
Previous Page  93 / 852 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 93 / 852 Next Page
Page Background

i

loci et fundi

di

Carellum

e di

Agellum

e l’esistenza di abitanti nel sito

di

Simberga

197

.

Espressioni come «desuper villa de Saley», «subtus villa de Saxis»

e la menzione del «fossatum ville de Misclis»

198

, lasciano chiaramente

intendere che, almeno nel

xiii

secolo, si trattava di abitati accentrati,

provvisti di sommarie difese e di propri edifici religiosi, segno quest’ul-

timo dell’antichità e delle vitalità dei singoli insediamenti.

Padisium

ave-

va la chiesa di San Giorgio (mutata poi in Sant’Egidio)

199

,

Arsitie

di San

Vito,

Malavasium Superiore

e

Inferiore

erano rispettivamente serviti dal-

le chiese di San Martino e di Santa Maria, e così Salice da San Giaco-

mo e Sassi da San Giovanni.

Non mancavano però villaggi senza chiesa (

Carellum

,

Agellum

,

Mo-

nasterolium

,

Miscle

), e anche chiese non collegate, che si sappia, ad al-

cun centro abitato come Santa Maria di Superga, altra Santa Maria che

sorgeva sull’odierno Monte dei Cappuccini e l’«ecclesia S. Quinti»

200

.

Presso quest’ultima nel

xiii

secolo esistevano nondimeno sedimi e

cassi-

ne

mentre un «curtile cum edificio» era posto «in rure Salicis»; una vi-

gna «cum domo, tinis et torculari» viene menzionata nella valle Patto-

nera, e abitanti, come si è visto, aveva anche il vicino sito di

Simberga

201

.

Era viva quindi la tendenza a stabilirsi in abitazioni isolate o per picco-

li gruppi sia nelle vicinanze dei villaggi, sia nelle aree periferiche; essa

aveva certo il suo antecedente nei mansi dipendenti dalle corti ivi pos-

sedute nell’

xi

secolo dai canonici della cattedrale, dal vescovo di Tori-

no e da alcuni monasteri cittadini

202

.

Massi

e

masure

sopravvivevano anzi ancora nel Duecento e, a quan-

to pare, a

Monasterolium

essi contribuivano in buona misura a formare

La città e il suo territorio

73

197

Per tutti i luoghi ricordati:

a. a. settia

,

Insediamenti abbandonati sulla collina torinese

, in

«Archeologia medievale»,

ii

(1975), pp. 253-65;

id.

,

Fisionomia urbanistica

cit., pp. 792-831 (testo

corrispondente alle note 20-130).

198

Rispettivamente: BSSS, 36, p. 211, doc. 202 (12 dicembre 1228); BSSS, 106, p. 159, doc.

81 (26 settembre 1278); BSSS, 69/3, p. 192, doc. 74 (4 febbraio 1268).

199

Cfr.

palazzetti

,

La chiesa di San Benedetto di Torino

cit., p. 6, doc. 4 (17 novembre 1149):

vigna e bosco «ad S. Iorium seu Gilium».

200

Cfr. l’elenco delle chiese del territorio obbligate al cattedratico nel 1386 in BSSS, 196, pp.

193-94 e per Superga, Monte dei Cappuccini e San Quinto, rispettivamente:

p. massia

,

Per l’eti-

mologia di Soperga

, Torino 1907, Appendice, p. 42, doc. 1 (19 marzo 1461);

p. g. isella

e

m. lan-

za

,

Pagine inedite sul Monte dei Cappuccini

, Torino 1991, p. 34; BSSS, 106, p. 167, doc. 85 (24 no-

vembre 1288).

201

Rispettivamente:

palazzetti

,

La chiesa di San Benedetto

cit., p. 45, doc. 25 (9 novembre

1206): «in quadam masura […] sita ad S. Quintum»; BSSS, 69/3, p. 185, doc. 63 (4 novembre

1229); BSSS, 44, p. 302, doc. 21A (14 luglio 1294), e sopra, testo corrispondente alla nota 197.

202

Cfr. in generale

settia

,

Fisionomia urbanistica

cit., pp. 827-30 (testo corrispondente alle

note 117-27 con le fonti ivi citate).