

Torino eroica
399
Il mezzogiorno del 31' agosto, 30 compagnie, giunte di fresco al
campo francese col Duca d'Orléans, furono slanciate all'assalto della
mezzaluna e del bastione di S. Maurizio, dove le artiglierie e lo scoppio
di due mine avevano aperto una breccia.
Per distrarre da quel luogo i difensori fu dato ordine alle truppe
che stavano sulla collina, di simulare un assalto da quella parte; ma
il Daun non cadde nel tranello, e sicuro che da quel lato la Città
non aveva nulla a temere, non distolse dal punto minacciato nep–
pure un soldato.
Era l'ora in cui i soldati sole vano prendere il cibo; opprimente
il
caldo, abbagliante il sole; sicchè i Francesi, non arrestati dai pie- ,
chetti di guàrdia, uccisi o ·feriti alcuni ufficiali, fra cui il maggiore Di
Brosolo e il capitano Brun, conseguono alcuni vantaggi; ma i nostri
non tardano ad accorrere. Il Daun,il D'Alléry,
il
Caraglio, danno le
opportune disposizioni per la resistenza.
Tutte.leartiglierie vengono rivolte sul bastione che era stato
invaso e
ne .
avviene una mischia orrenda, mentre la fanteria ducale
dalle capponiere, dalle casematte, scatena una grandinata di piombo
sugli invasori.
Questi, rinforzati di truppe fresche, si barricano come possono,
e rispondono con un fuoco nutrito e violento. Accorre frattanto
da Piazza San Carlo, dove bivaccava, il Reggimento delle Guardie
e con esso si uniscono i Reggimenti Piemonte e Fucilieri, coman–
dati dal D'Alléry, i quali si slanciano al grido di «Savoia!» alla
controffesa.
L'urto fu così violento che i Franco-Ispani indietreggiano, e molti
di essi precipitano giù nei fossati.
Contuttociò non si danno per vinti: si riannodano sostenuti da
nuovi rinforzi mandati dal La Feuillade e stanno per ritenlare la
prova di un assalto, quando scoppia con orrendo fragore una grossa
mina. che balestra in aria centinaia di soldati francesi, facendone
scempio.
Si racconta, che di tre ' compagnie di granatieri francesi uno solo
sopravvisse allo scoppio.
È
facile vedere come la tradizione, con una
prolessi storica, abbia accomunato questo episodio con quello di
Pietro Micca.
Dinanzi alla strage dei loro volgono in fuga i Francesi, nè
SI
arrestano se non quando giungono nelle loro trincee.
I Piemontesi inseguono allora il nemico con tal furia da pene–
trare nei suoi accampamenti e farvi ricco bottino. Un cannone