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Torino eroica

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Il mezzogiorno del 31' agosto, 30 compagnie, giunte di fresco al

campo francese col Duca d'Orléans, furono slanciate all'assalto della

mezzaluna e del bastione di S. Maurizio, dove le artiglierie e lo scoppio

di due mine avevano aperto una breccia.

Per distrarre da quel luogo i difensori fu dato ordine alle truppe

che stavano sulla collina, di simulare un assalto da quella parte; ma

il Daun non cadde nel tranello, e sicuro che da quel lato la Città

non aveva nulla a temere, non distolse dal punto minacciato nep–

pure un soldato.

Era l'ora in cui i soldati sole vano prendere il cibo; opprimente

il

caldo, abbagliante il sole; sicchè i Francesi, non arrestati dai pie- ,

chetti di guàrdia, uccisi o ·feriti alcuni ufficiali, fra cui il maggiore Di

Brosolo e il capitano Brun, conseguono alcuni vantaggi; ma i nostri

non tardano ad accorrere. Il Daun,il D'Alléry,

il

Caraglio, danno le

opportune disposizioni per la resistenza.

Tutte.le

artiglierie vengono rivolte sul bastione che era stato

invaso e

ne .

avviene una mischia orrenda, mentre la fanteria ducale

dalle capponiere, dalle casematte, scatena una grandinata di piombo

sugli invasori.

Questi, rinforzati di truppe fresche, si barricano come possono,

e rispondono con un fuoco nutrito e violento. Accorre frattanto

da Piazza San Carlo, dove bivaccava, il Reggimento delle Guardie

e con esso si uniscono i Reggimenti Piemonte e Fucilieri, coman–

dati dal D'Alléry, i quali si slanciano al grido di «Savoia!» alla

controffesa.

L'urto fu così violento che i Franco-Ispani indietreggiano, e molti

di essi precipitano giù nei fossati.

Contuttociò non si danno per vinti: si riannodano sostenuti da

nuovi rinforzi mandati dal La Feuillade e stanno per ritenlare la

prova di un assalto, quando scoppia con orrendo fragore una grossa

mina. che balestra in aria centinaia di soldati francesi, facendone

scempio.

Si racconta, che di tre ' compagnie di granatieri francesi uno solo

sopravvisse allo scoppio.

È

facile vedere come la tradizione, con una

prolessi storica, abbia accomunato questo episodio con quello di

Pietro Micca.

Dinanzi alla strage dei loro volgono in fuga i Francesi, nè

SI

arrestano se non quando giungono nelle loro trincee.

I Piemontesi inseguono allora il nemico con tal furia da pene–

trare nei suoi accampamenti e farvi ricco bottino. Un cannone