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Capitolo VI.

nemico fu trasportato

lU

città ed esposto <1;1 pubblico con que sta

is crizion e:

OPPUGNATORI GALLO '

IN AGGRESSIONE REPULSO

A COl\JITE VIRICO DAUN

TAURIN I PROPUGNAT OR E CAPTUl\1

ANNO

1706 - 31

AUGUSTI

(1).

«

Mentre si comba tte nella citt adella - lasciò scritto il Solaro –

«

nella città tutto

è

in moto; tutto si agita: le vie e le piazze dei quar–

«

tieri adiace nt i alla Cittadella rigurgitano di popolo ; i campanili e

i

«

tetti vicini sono ca richi di gente ; si sentono le alte grida dei com–

«

battenti, i colpi dei moschetti e dei cannoni, il fra gor e delle pietre

«

e delle bombe; si vedono continui razzi di fuochi che infiammano

«

l'ari a, tutta nereggiante per turbini di polvere e ' di fumo . Quando

«

ancora il peri colo è a lt rett anto evidente quanto la speranza incerta,

«

in quei momenti di an sia violenta, si sparge la voce che le cose

«

non vanno male per noi; indi si diffond e la notizia che vinciamo.

«

Tu ttavia perdura ancora il dubbio,

allorch è

s i vedono ar rivare a

«

gl'an carr iera uomini' a cavallo che fendono la folla: e gridano al

«

popolo:

i

nemici

sono

respinti!

Queste voci si ripetono da altret–

«

tante bocche quante sono le person e,

e

corrono come un torrente .

«

da un es tremo all'altro della Città.

«

Intanto il rumore si ra llenta e si calma; si vede

il

fumo dira–

«

darsi ; le tenebre cedono

il

posto alla luce, la gioia allo spavento.

«

Ma ecco apparire i poveri feriti , che vengono trasportati dalla

«

cittadella ai loro ospedali in Città. Non si può immaginare 'nulla

«

di più commovente ; tutti i cuori sono inteneriti; la sventura ' dei

«

poveri soldati non

è

meno degna di pianto che non sia di lode

«

la compass ione dei borghesi ; dovunque le lagrime si mescolano al

«

sangue. Nè la pietà

è

ster ile; poichè non v'ha maniera di soccorso ,

«

che i soldat i sfiniti, feriti o moribondi non trovino nella 'carità

(1) Recatisi i Sindac i dal genèrale Daun per congra tulars i del successo otte–

liut o, respingend o

il

terribile assalt o dat o alla Cittadella , ne ebb ero lusingh iera

rispost a che il Tirteo de ll'assedio vers ificò in 'queste rime:

El qual diss en averta ciera

Al sig. Conte Valfene ra

E a l sig. Auditor Boccard ,

A la gloria dj Savojard,

Ch' a i'avria volsu esse n à

Entr' una si brava cit tà .