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Capitolo VI.
7. - Mentre Torino era assediata, il Duca Vittorio Amedeo, cam–
peggiando all 'esterno, con frequenti scorrerie, tentava disturbare gli
assedianti, che av evano dovuto premunirsi anche dalla , parte della
campagna con fossi e trincee e talora riusciva a introdurre in Città
munizioni e pr ovvist e.
Ma più che sulle sue forze egli contava su quelle del cugino
Principe Eugenio, il cu i arrivo si faceva di soverc h io aspettare.
La sconfitta di Calcin ato av eva obbligato Eu genio di Savoia a
chiede re nuovi rinforzi di solda ti, di armi e di munizioni dalla Ger–
mania, e solt ant o quando qu esti furono arrivati, cioè ai primi di
luglio, potè, fort e di 40.000 uomini, iniziare l' offensiva cont ro i Gallo–
Ispani, per numero di gent i e potenza di artiglierie, p ressoch è ugu ali.
Stava no qu esti ultimi accampati fra il Mincio e l'Adige, in modo
da imp edire un 'invasione della Lombardia.
Il Principe Eugenio, compresa la difficoltà di forzare quel passo,
di vise il suo ese rc it o in due sch iere di su guali, e mentre lanciava la
pii! piccol a contro il fronte nemi co, faceva passare alla più nume–
rosa l'Ad ige a Badia, eppoi
il
Po a Polesella, per raggiungere la
dest ra di questo fium e.
L'impresa di a prirs i così una via verso Torino non era però facile,
e forse il piano escogitat o dal valoroso condottiero avrebbe incontrato
pii! aspre difficoltà, se il Vendòme, come s'è detto, non fos se s tat o
richi amat o, per la sconfitt a di Ramillies, in Fiandra, mentre restavano
in Itali a a sostitu irlo meno abili capitani, quali il Du ca d'Orléans
e il gene ra le Marsin.
Con abili mosse stra tegiche potè ingannare il nemico, e per Carpi,
dopo aver e occupato Reggio, muovere, ai 14 agosto, risolutamente
ver so Torino. Accortosi di ciò il Du ca d 'Orléans manda ordine al
La Feu illude di custod ire la s tretta ,di Strad ella, mentr'egli, la sciato
un debole corpo a cop rire la Lombardia, a marce forzate si dirige
pur lui su lla capita le del Pi emonte.
'
Ma il La Feuillad e, che si illudeva di pr endere da un giorno
all'altro la Citt à, non osò interromper e l'assedio, onde gli Imperiali
pot er ono avanzare con sicurezza maggiore. Infatti il 21 erano a Pia–
cenza, il 23 a Voghe ra, il 29 ad Isol a a sud di Asti. Qui vi giunti, a
rendere la marcia più spedita, mandarono ad Alb a e a Cherasco i
mala ti e le salmerie che non erano s tre tta mente necessarie. "
Lo stesso giorno . verso sera, il Principe Eugenio si abboccava nei
pressi di Carmagn ola , col cug ino Duca Vittorio Amedeo, ch e gli , si
era r ecato incontro. Nessuna relazion e parla di quel primo loro col-