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Torino eroica

405

. Già 'fin dal 28 agosto il Daun era stato informato col mezzo' di

alcuni corrieri che avevano saputo !deludere la .vigilanza del

rìemico

come gli 'Alleati con ingenti forze sarebbero accorsi in aiuto della

capitale.

.

«

Mostrate questo foglio al presidio

-

diceva la lettera -

per inco–

raggiarlo a resistere fino all'estremo. Sarebbe peccato se una guarni':'

gione di gente così brava e valorosa, che colla bravura e pertinacia

dimostrata ' in tutto questo tempo si

è

acquistata gloria imperitura

presso tutto

il

mondo, dovesse cadere nelle mani del nemico

» .

Il generale supremo non mancava dal canto suo d'infondere nei

soldati e negli ufficiali la fiducia nel buon successo finale delle loro

armi; ma non sempre riusciva nel suo intento: troppe volte le spe–

ranze di soccorso erano rimaste deluse. Si narra che una volta un

granatiere dicesse al Daun che ' lo confortava a resistere, parlandogli

dei prossimi aiuti:

«Signore, tutti

i

giorni vado a vedere se

i

promessi

soccorsi spuntano, ma nessuno si vede arrivare

» .

È

più facile immaginare che non descrivere la gioia dei Torinesi,

quando videro l'esercito liberatore avvicinarsi alle porte della Città:

nei più animosi fu un riaccendersi di subite, raddoppiate energie;

negli stanchi di lotta e di sacrifizi un ride starsi di propositi e di

sensi pronti ad ogni azione decisiva; in .tutti la certezza del

t~ionfo

del loro diritto.

I Francesi avevano diviso le loro forze in tre sezioni: la prima

si stendeva dalla confluenza della Stura fino a Lucento (1); la seconda

aveva preso le sue posizioni dalle rive della Dora presso Lucento

fino al Po, là dove bagna i piedi della collina di Cavoretto; la terza

da questo villaggio si era disposta in linea di battaglia ' sui dorsi

delle colline fino alla Madonna del Pilone.

Al Duca e al Principe Eugenio

il

problema strategico si prospettava

sotto un duplice aspetto: Conveniva meglio un assalto a fondo contro

le linee nemiche, o non piuttosto rompere una sola parte del cerchio

di milizie che stringeva la Città, con l'intento di introdurvi rinforzi e

munizioni

e

Prevalse

·il

più audace e pericoloso dei disegni. Ma quale '

delle tre schiere nemiche era conveniente assalire per la prima

~

Pareva sul principio che minor difficoltà opponesse all'impresa la

posizione nemica della collina, per essere il campo della lotta più

(1) Il castello di Lucento, già proprietà dei Beccuti, prima fra le principali

famiglie torinesi, era passato nelle mani .del Duca Emanuele Filiberto, quindi dei

conti di Tana, eppoi dei .Natta d'Alfiano.