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Capitolo VI.

VICinO

alle basi di operazione dell e forze "ducali ed imperiali ; ma

poi , cons ide rando che erte ed impervie erano le vie della collina e

formidabili gli sbarrament i che

il

nemico aveva costrutto nei luoghi

più access ib ili, si di smise il pensiero di un assalt o da quella parte.

Delle due sezioni ne miche rimanenti, più forte appariva. quella

fra Lu cento e Cavoretto pe rchè era più numerosa di truppe, meglio

provv ista di artiglie rie e munita di una doppia lin ea di :trincee;

men . for midabile l'ultima, perch è scarsamente presidiata da fortifica–

zioni, Per ciò vers o quest a si delibe rò di cominc ia re l'assalto qu an–

tunque non fosse lieve il pericolo di spos ta rs i vers o

quella

direzione

passando v icino alle lin ee nemiche.

Il 28 agosto il Du ca d'Orléans, dopo di aver te n tato invano d i

a rres ta re la marcia del Princip e Eugenio, era accorso sotto le mura

di Torino, ri salendo la riva sinistra del Po.

Il mer coledì

10

settemb re fu convocato il gran Consiglio di gue rra

in un punto della stra da della Venaria, prossimo a quella di Druent e

alle cascine

Panatera

e

Casino Barolo,

sotto un pioppo gigantesco,

cui r imase per molti a nni nome di

«Albero del Consiglio»

e che

ruin ò poi, percosso dalla folgore,

il

22 se tte mbre 1792. Propugnava

l'O rlé ans

l'uscit a gene rale dalle lin ee per dar battaglia, ma il La Feuil–

lade, .cons iderando che per cos iffa tt o modo si rendevano inutili

i grandiosi lavo ri di fortificazione compiut i con tanto dispendio,

pe rchè la guarnigione di Torino, vedendoli abbando nati, li avrebbe

tosto occu pati e distrutti, era d'opinione che l' esercito attendesse

il nemico dietro le trin cee. E di questo pa rere fu pure

il

generale

Marsin

(1).

In segu ito a ciò il Comando supremo gallo-is pano dette gli or–

dini opportuni per ri empire i fossati d'acqua e rafforzare le lin ee di

circo nvallazione, ma trascurò fino agli ultimi giorni

il

tratto fra la

Dora e la Stura, non pens ando che il nemi co fosse così ardito da

girare in largo e assalire il campo fran ces e da qu ella parte.

Invece i Principi , discesi da Soperga e vali cato

il

Po a Carignano,

po sero il campo fra Beinasco e Mirafiori, mentre il Conte di Santena,

Governatore di Mondovì e di Cherasco, con 8 o 9 mila uomini, fin–

geva di dare un as salto alla Città dalla parte della collina.

(1) Non

è

vero che

il

l\lars in avesse una lettera segreta di Luigi XI V che gli

desse voto di pr evalenza in caso di disse nso circa le operazioni di gue rra. Ill\larsin

si permise di far nota re che, senza un ordi ne esplicito del Re,

il

Duca d'Orlé ans,

quantunque coman da nte sup remo, non aveva la facoltà di levare l'assedio .