

416
Capitolo VI.
che vi era invece scarsità di viveri e di munizioni, dovettero pren–
dere la risoluzione di valicare le Alpi. Fu questo il maggior beneficio
della vittoria: il Piemonte riacquistava la sua indipendenza.
In memoria del felice avvenimento fu coniata una medaglia d'ar–
gento raffigurante da un lato i Principi in atto di abbracciarsi fra–
ternamente, mentre in alto una nube offusca il sole, superbo emblema
del re francese, e la fama si libra sull'ali intonando:
SABAVDJA. LIBERATA:
lo -
TRIUMPHE
E nell 'esergo:
VICTORI. AMEDEO. ET. EUGENIO
PRINCIPP. SABAVD - GALLICANA. OB–
SIDIONE. PROFLIGATA. AVGVST
TAURIN. LIBERANTIBVS
VII SEPTEMB.
Il rovescio rappresentava una bellissima allegoria mitologica con
Fetonte, saettato da un'aquila, che precipita nelle onde del Po, col
motto
«
Mergitur Eridamo
» .
La battaglia di Torino fu per i Francesi un danno gravissimo;
anzi si potrebbe dire che essa segna il principio di quella sequela
di insuccessi e di sconfitte, per i quali Luigi
XIV
dovè piegare la
fronte superba.
La nazione francese ne rimase ferita ed umiliata nell'orgoglio
nativo ed accolse, a scusare l'insipienza dei suoi capitani, la voce
calunniosa che la vittoria di Torino fosse dovuta, piuttostochè all'ab–
negazione e all'eroismo dei Principi Sabaudi e del popolo piemontese,
agli inganni e al tradimento.
Si disse che
il
La Feuillade, innamorato della Duchessa di Bor–
gogna, non avesse voluto recarle grave dispiacere con la rovina della
sua Città e de' suoi; invenzione ignobile e destituita di ogni fonda–
mento di verità, se si pensa che ben 155 edifici furono distrutti o
danneggiati; i palazzi dei ricchi e i tuguri dei poveri, i palazzi pub–
blici e le chiese (1).
(1) Furono danneggiati
il
palazzo Ducale,
il
palazzo Madama,
il
palazzo Cari–
gnano e quelli dei marchesi Dogliani, Graneri, dei conti Cacherano, Operti, Dentis,
Bianco di S. Secondo e altri molti. Delle chiese furono colpite quelle degli Ago–
stiniani e dei Domeni cani, di Santa Chiara e di Santa Croce, di S. Giovanni e di
S. Lor enzo, ecc. Anche la Consolata fu colpita, ma senza grave danno.