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Capitolo VI.

che vi era invece scarsità di viveri e di munizioni, dovettero pren–

dere la risoluzione di valicare le Alpi. Fu questo il maggior beneficio

della vittoria: il Piemonte riacquistava la sua indipendenza.

In memoria del felice avvenimento fu coniata una medaglia d'ar–

gento raffigurante da un lato i Principi in atto di abbracciarsi fra–

ternamente, mentre in alto una nube offusca il sole, superbo emblema

del re francese, e la fama si libra sull'ali intonando:

SABAVDJA. LIBERATA:

lo -

TRIUMPHE

E nell 'esergo:

VICTORI. AMEDEO. ET. EUGENIO

PRINCIPP. SABAVD - GALLICANA. OB–

SIDIONE. PROFLIGATA. AVGVST

TAURIN. LIBERANTIBVS

VII SEPTEMB.

Il rovescio rappresentava una bellissima allegoria mitologica con

Fetonte, saettato da un'aquila, che precipita nelle onde del Po, col

motto

«

Mergitur Eridamo

» .

La battaglia di Torino fu per i Francesi un danno gravissimo;

anzi si potrebbe dire che essa segna il principio di quella sequela

di insuccessi e di sconfitte, per i quali Luigi

XIV

dovè piegare la

fronte superba.

La nazione francese ne rimase ferita ed umiliata nell'orgoglio

nativo ed accolse, a scusare l'insipienza dei suoi capitani, la voce

calunniosa che la vittoria di Torino fosse dovuta, piuttostochè all'ab–

negazione e all'eroismo dei Principi Sabaudi e del popolo piemontese,

agli inganni e al tradimento.

Si disse che

il

La Feuillade, innamorato della Duchessa di Bor–

gogna, non avesse voluto recarle grave dispiacere con la rovina della

sua Città e de' suoi; invenzione ignobile e destituita di ogni fonda–

mento di verità, se si pensa che ben 155 edifici furono distrutti o

danneggiati; i palazzi dei ricchi e i tuguri dei poveri, i palazzi pub–

blici e le chiese (1).

(1) Furono danneggiati

il

palazzo Ducale,

il

palazzo Madama,

il

palazzo Cari–

gnano e quelli dei marchesi Dogliani, Graneri, dei conti Cacherano, Operti, Dentis,

Bianco di S. Secondo e altri molti. Delle chiese furono colpite quelle degli Ago–

stiniani e dei Domeni cani, di Santa Chiara e di Santa Croce, di S. Giovanni e di

S. Lor enzo, ecc. Anche la Consolata fu colpita, ma senza grave danno.