

Torino eroica.
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doveva rinunciare a favore dell'Impero i Paesi Bassi e le Province
d'Italia che qu el trattato aveva: all'Impero aggiudicate; Don Carlo ,
figlio di secondo letto di Filippo V, av rebbe avut o le corone di
Parma, Piacenza e To scan a, quando si fossero rese vaca nti; Vitto rio
Amedeo scambier ebbe la Sicilia con la Sardegna c rinuncerebb e alle
ragioni sul Vigevana sco e sulle Lan ghe, riman endo invece int atti i
suoi diritti alla success ione di Spagna , qualora si estinguesse la
discendenza di Filippo V; nel qu al cas o i beni dei Savoia sarebbero
passati ad .un cadett o della fami glia, e non avrebbero potuto mai
esse re. uniti alla Monarchia spagnola,
Un articolo segreto accordava tre mesi di tempo a Vittorio Amedeo
e a Filippo di Spagna per accettare o rifiut ar e questi patti . Il Re
di Savoia, quantunque a malin cuore, aderì alla quadruplice con trat–
tato del 9 novembre 1718
«
il
primo nel quale,
secondo il Wisener,
la Casa Savoia non abbia guadagnato niente »;
invece la Spagna
ricusò, e in una br eve campagna venne dagli Alleati vinta ed umili at a.
Sperava l'Alberoni nella congiura del Cellamare orù ita per abb at–
tere il Reggente, ma la trama era sventata e finiva col supplizio
dei congiurati,
Sperava
che
Carlo XII, Re di Svezia, obbedisse al suo vecchio
desiderio d'in vadere l'Inghilterra ; ma nemmeno ques ta speranza si
effettuò, perchè ai 18 dicembre 1718 qu el Monarca cadeva ucciso
sott o le mura di Frederickshall. Nella stessa guisa si risolveva in
una compl eta delusione ,il sospirato sbarco sulle coste brittaniche
del .pretendente, poichè la flotta apparecchiata all'uo po and ava dis–
persa da una fiera burrasca, e le navi superstiti cercavano rifu gio
nei porli di Sp agna. L'edificio poco solidamente costru ito dall'Alberoni
s i sfasciò, e lo sfortunato architetto fu fatto segno alle ire dei Collegati.
Contro di lui il Ministro francese Dub ois riUSCÌ a guadagna re il
confessore Daubeton, che insinuò nell'animo della Regina Elisabetta
il timore di perdere definitivamente Parma e Piacenza. Il Marchese
Scotti, agente diplomatico del Duca di Parma, comprato a denari,
fu mandato da Parigi a Madrid con la missione di chiede re l' espul–
sione del potente Ministro.
La rovina di lui , che aveva creduto troppo ciecamente nella sta–
bilità della sua fortuna, par eva ormai segnata. I suoi nemici politici
e personali tentarono ogni mezzo atto a perderlo, e giun sero fino
all'ingeneroso espediente di recapitar e nelle mani dei Re di Francia
e di Spagna certe sue lettere , nelle quali egli parl ava con eccess iva
libertà e forse con irriverenza dei due Sovrani.