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Capitolo VI.

Filippo V, dimentico che l'Alberoni, pur cedendo agli impulsi

della sua natura avventurosa e audace, aveva rid est ato nella Peni–

sola i sens i, da t empo st racchi e affievoliti, di un primato politico in

Europa, lo fece seg no alla sua collera, e dopo averlo

sp~gl iato

di .

ogni titolo e dignità, impose il seques tro alle su e rendite eccles ia–

sti che e lo cacc iò in esilio, dicendolo pubblicamente capace di ogni

delitto.

La Curia romana dal canto suo gli infliggeva la scomunica e lo

citava- dinanzi al tribunale dell'Inquisizione, accu sandolo d 'a ver tur–

bato la pa ce d'Europa e d'esser si reso indegno del nome cris tiano.

Anche i Farnesi lo abbandonarono al suo destino, quando venne

imbas t ito cont ro di lui un pro cesso per dichiara rlo indegno della

porpora card inalizia. Trovò tuttavia difesa e protezion e nell'amicizia

che per lui se rbarono an che nella sve ntura ' il Senatore genovese

Grimaldi e

il

Marchese Monti di Bologna. Mercè il cos toro aiuto

il

pro cesso finì con una sentenza as solutoria ed egli riebb e le pr ehend e

confiscate e i contesi onori.

Clemente XII lo mandò legat o a Ravenna, do ve fece op era di

ammi nistratore saggio ed attivo, tantochè i Ravenn at i gli decretarono

un bu sto e un a lapid e commemora t iva. Anche in qu est'ultimo più

modest o ufficio non ismentì la fama conseg uita di pro gettista audace

ed irrequieto.

'

Pen sò di sopprimere la secola re Repubblica di S. Marino e di

aggl'egal'lle il territorio agli S tati della Ch iesa; ma , si levò cont ro

di lui un coro di prot est e e di min acce da ogni parte d'Europa,

e non pot è compiere il ' criminoso attentato. Moriva di

&~

anni

nel 1752.

F ilippo V faceva, nel

1720,

adesione alla qu adruplice, sicchè ai 17

di febbraio di quell'anno, nel nu ovo Congresso di Cambrai fu so tto –

sc ritt a la pace, per la qu ale la Sicilia passava all 'Au stria, e la Sar–

degna a Casa Savoia.

Il cambio non e ra cer to vantaggioso per Vittorio Amede o, molto

più che la Sardegna era agit ata e sconvolta da fazioni politiche e

da odi ( fam iliari ferocissimi.

'

La Cor te di Roma, che fin dai tempi di Bonifazio VIII si era

a rrog a ta il diritto d'in vestitura dell'i sola di Sardegn a, pret end eva che

anche Vittorio Amedeo facesse uria sua dichiarazione di va ssallaggio

vers o la Chiesa, ma questi potè colla med iazi one del Marchese

d'Ormea, otten er e un accordo senza assoggettarsi ad atti che sa reb–

bero sta ti umilianti.