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Capitolo VI:

L'accoglienza che Torino fece ai Reali fu veramente entusiastica :

i Torinesi vollero significare ai loro Sovrarii non solo la gioia di

rivederli, ma an che l'esultanza che la loro ' diletta Città 'riacqu istasse

la dignità di capitale che temevano di perdere.

.

Da pochi mesi la Corte si era restituita in Pi emonte, quando un

nuovo e più terribile lutto colpivaIa famiglia ' reale: ai 22 di marzo

del 1715, moriva di vaiolo il Principe ereditario.

Questa sventura, oltre

a

ferire il cuore dei "Sovrani nel più ' santo

degli affetti, faceva ' crollare d'un tratto ' le speranze che il Re aveva

fondato sul dilettissimo figliolo, quale successore al trono.

È

vero che

gli rimaneva il secondogenito ;.ma que sti era un ragazzo.mingherlino

e sparuto, timido e taciturno, e a giudizio del Re, tutt'altro che sve-

gliato d'ingegno.

.

Per lun go tempo rimase Vittorio . Amedeo chiuso nel suo ineffa–

bile dolore, e ci volle ' tutta la forza del suo 'caratt ere per rialzare la

front e ' al dovere che egli aveva ver so lo Stato minacciato nella sua

int egrità e .nel suo decoro. .

.

La Spa gna con la riserva fatta, ' nel trattato di cessione della

Sicilia, di poter disporre a suo beneplacito dei beni confìscatiiai

Sicilia ni, rei di fellonia, manteneva nell'isola, col mezzo di agenti

ammin istratori de' suoi. beni, uri potere, del quale si valeva non "solo

P

et'

attaccar bri ga col Governo sabaudo, ma an che per fomentare

cont ro di esso avversioni . e malumori. .

' .

"

Tal e mezzo le poteva tornar di grande giovamento per la ' mira

che ess a aveva di ricup erare le terre perdute; il che avvenne,

quando la politi ca spagnola fu dir etta dal Cardinale Giulio Alberoni

(fig.

104) ( I).

.

Nato da un povero ortolano a Firenzuola d'Arda (1664), chierico

nella sagres tia della sua parrocchia, istruito per carità in un con–

vento di Barnabiti, cappellano del Vescovo di Borgo S. Donnino,

durante la guerra di success ione, conobbe per caso il Vendòme, che,

sedott o dalla geniale vivacità del suo spirito, dalla pieghevolezza

adulatoria delle sue maniere, dalla sua capacità nell'arte culinaria,

(1) Singola re figura qu ella dell' Alberoni vituperato dal Mìchelet, dal Botta,dal

Ca n

tù,

dal Malagola e dal Carducci ; definito dal Duboìs :come un arrufforie, 'un

intr uso, un inetto; dal Saint Simon come un buffon e, un imbroglione; dal Moisl!

come un novello Erost ra to; dal Balbo come un preticello venturiere ed intrigante;

esa lta to in vece dal Muratori. dal Rousset, dal Poggiali, dal Bignami, dal Bersani,

dal Professione e dal Pariset; dal Romagno si detto addirittura mini stro prodi-

.gioso, e da altri portato ai se tt e cieli.

.

. .