

Torino eroica
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lingua del Lou ville,
costituivano un eterno rimprovero alla legge
salica
»
(1), si era spenta, a soli 26 anni, fino dai 14 di febbraio ,
dopo una lenta malattia.
Il funesto annunzio giungeva dopo du e mesi e sorprende va la
c'orte 'in mezzo alla gene rale es ultanza. Quale sia stato il dolore dei
genitori è più facile immaginare che descri vere. Il cerimoniale di
Corte così ne parla nella sua laconi ca fredd ezza ufficiale:
«
Fu di
«
sinc ero dolore alle LL. MM. simile annunzio ond e stette ro ritirate
«
una se tt imana intera senza che ci .fosse Cort e. Il Re solo, dopo
«
tr e giorn i, si lasciò vedere nell'andare e ritornar e dall a Messa ; ma
«
non ricev ette alcun complimento, finchè non si lasciò ved ere la
«
Regina
».
Che giorn i d'angoscia per la madre lontana dai figli l
«
Ah, mio Carlino, esclamava scrivendo app ena ne ebbe la for za,
al figliolo secondogenito, qu ale dolore atroce fu il mio di ave r per–
duto la vostra cara sorella e di non avervi meco per addolcire la
mia ·affl izione ! Sarebbe st ata questa la sola cosa che mi av rebbe
recato qualche sollievo in quest a tri st e congiuntura
» ,
Ai Sovrani non è conse ntito chiuders i nel lor o dolore come agli
altri mortali; il cerimoniale di Corte è nelle sue consuetudini ineso–
rabile e crudele ; cosicchè, dopo una set timana di lutto, si ripresero
i ricevimenti e gli omaggi.
Cessate appena le fest e, Vittorio ' Amedeo volse le cure al benes–
sere dell'isola, e fatto convocare il Parlamento s iciliano, che da 7 anni
non era stato richiamato in vita a cagione dei continui torb idi di
guerra, volle che ess o additasse al Govern o i più ur genti bisogni ,
che il paese reclamava.
J
La convocazione avvenuta il 20 febbraio del 1714, produ sse ottimo
effetto, perchè contrariamente all'abitudine invalsa , Vittorio Amedeo
non chie se per sè nè sussidi, nè don ativi. La . qual cosa era tanto
nuova che mise negli impicci l'Arcivescovo di Palermo che, a cag ione
del suo ufficio, doveva r ispondere al messaggio reale.
(1) Bench è regin a a 13 a nni, essa dimo str ò sempre senno di gran lun ga supe–
riore all'età . Eserc itò benellca influenza sull'animo di Filippo V, disimpegnand o
come Reggente, forse megli o di lui , gli affari dello Sta to. La si vede infa tti pre–
siedere i Consigli, provvederealla difesa del pa ese, spiega re un 'eloquenza strao r–
din aria per scuotere i pigri e indolenti min istri. La dolcezza dei modi, la bontà
dell' animo,
il
coraggio dimostrato in cer te circos tanze l' avevan o resa carissima
al popolo che la rimpian se a lungo, così che la nuova sposa Elisabetta Fa rnese,
odiata quanto la prima era sta ta amata , non poteva compa rire in pubbli co, a l
fian co del B.e, senza udir grida re
«
Vi va el Rey y la Savoyana
» ,