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Torino eroica

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. ; Nelle sue relazioni con la Corte 'di Roma, Vittorio Amed eo serbÒ

sempre uri contegno indipendente e dignitoso .

. Durante i .tristi tempi delle due Reggenz e la Corte di Rom a, si

può dire, spadroneggiò in Piemonte. Il clero oltre ad avei' ricuperato

gli antichi privilegi, dei nuovi ne aveva conseguit i a detrimento dei

diritti della Corona. Tentò Vittorio Amedeo di rimediare al malfatto

ed indurre "la Corteromaria

a

opportune concessioni; ma trovò la

più rigida l'esistenza: Fu necessario allora ricorrer e a mezzi es tremi.

Accortosi come .di soverchio cresceva no i beni del clero , ' viet ò i

testamenti in favore delle comunità religiose; e siccome

il

diritto .

d'asilo dell e chies e e dei conventi inceppava spess o l'Amministra–

ziou e della 'giustizia, offrendo impunità ai malfattori, ricovero ai con–

trabbandieri e · ai disertori,'non es itò a penetrare, arm ata mano, nelle

abbazie, nei convent i, per chè la gius t izia avesse per tutti il suo corso.

Frenò

il

potere dell'inquisizione, vietandole di pronunciare sentenze

cont ro i suoi sudditi, quando al giud izio non avesse preso parte un

laico di

sua

fidu cia; sottopose .

all'exequat ur

tuLte le bolle papali. non

toll erando che senza il suo esame e conse nso venissero pubblicat e.

. : Si rifiutava il clero di pagare le impo st e, addu cendo diritti d 'im–

munità, che

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Stato non aveva. ricono sciuto o non voleva più rico–

noscere, ed egli mandava uscieri 'ed arcieri a seques tra rne le rendite

e a venderle alla pubblica asta. Roma, come ave va fatto un tempo con

-Venezia, si sfogava con le scomuniche e gli interd etti: ma il Principe

comminava se veriss ime pen e a chi a vesse dat o peso a quelle armi

spirituali. Raccontano che la Cort e romana era stata talm ente scoss a

dalla inflessibilità di Vittorio Amedeo, che, dopo di aver gridato

contro l'empietà di lui , facesse pubbli che pr eci coll'Es pos izione del

Santissimo Sacramento,

affìnchè

Dio inten eri sse il cuore di questo

novello Faraone.

Questa 'polit ica diritta e -inflessibile, che del resto non fu ma i

nè antireligiosa, nè anticattolica, nè antipapale, ebbe per effetto che

la Curia Romana, sotto il pontificato di Benedello XIII, addivenne

a un concordato ' col Governo piemontese, firmato ai 9 novembre '

del 1726.

.

.

Questo accordo, dovuto all a val ent ia dipl omatica del Marchese

d'Ormea, componeva finalm ente i dissidi relativi alla nomina dei Ve–

-scovi, alle immunità eccle siasti che, a lla vacanza dei benefizi e ad

'alt re gravi .questioni" tra lo St ato Sabaudo e la Chi esa.

Non ' dim enticò il Principe riformatore

il

problema educat ivo, al

quale anzi consac rò la sua maggiore sollecitudine, consapevole che